Nuovo episodio di violenza nel mondo calcistico: aggressione ad un giovane arbitro in Lazio. Finito al pronto soccorso, ha dovuto ricorrere a cure mediche urgenti, ed è tuttora ricoverato.
È accaduto domenica 11 novembre, in un centro sportivo di San Basilio, alla periferia di Roma. L’aggressione al giovane arbitro associato si è verificata al termine di una partita di calcio dilettantistica, categoria Promozione.
In campo la Virtus Olympia Roma San Basilio e l’atletico Torrenova 1986.
Tragedia scongiurata grazie al provvidenziale intervento di Yuri Alviti, ex capo ultrà della Lazio. Poi l’intervento dell’ambulanza e l’esito negativo delle due TAC.
L’arbitro, Riccardo Bernardini, era stato designato per la direzione di una gara del campionato Promozione del Lazio. Regione purtroppo nota per questi violenti episodi. Dall’inizio della stagione sportiva si sono già registrati otto casi.
La reazione del Presidente dell’AIA
Il Presidente dell’Associazione Italiana Arbitri, Marcello Nicchi, annuncia una presa di posizione forte e decisa per sollecitare un momento di riflessione da parte di tutti i soggetti coinvolti ma anche dell’opinione pubblica sul tema della violenza nel calcio.
L’Associazione Italiana Arbitri, attraverso il presidente Marcello Nicchi, ha comunicato che
“questa settimana l’AIA non invierà direttori di gara ai campi di gioco per tutte le partite in programma nei campionati dilettanti del Lazio”.
Pertanto, il prossimo week end, con tutta probabilità, i campionati dilettantistici del Lazio non potranno svolgersi. Una presa di posizione forte e decisa ma inevitabile dopo un episodio così grave.
Il presidente ha annunciato che si valuteranno nuove e analoghe iniziative al verificarsi di ogni ulteriore episodio di violenza grave.
Della situazione generale e dell’iniziativa in particolare sono stati informati il Presidente Federale, il Presidente della LND e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per lo Sport.
Ha fatto sentire la sua voce la madre dell’arbitro che chiede provvedimenti e minaccia di costituire un’associazione di madri degli arbitri per farsi sentire.