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Ci ha lasciati qualche giorno fa, a soli 49 anni, Salvatore Iaconesi: pioniere della new digital art, è morto per un cancro con cui lottava da molti anni e che ha voluto rendere pubblico come strumento di lotta.


L’artista, designer e ingegnere robotico, una delle voci più influenti delle New Media Art in Italia, lascia in eredità al mondo della Cultura l’esplorazione della trasformazione umana nell’epoca dei Dati e della comunicazione continua e in tempo reale.

Morto Salvatore Iaconesi: ritratto di un pioniere della new art digitale

Salvatore Iaconesi, nato 1973, è morto lo scorso 18 luglio a soli 49 anni.

Dopo la la laurea in Ingegneria Robotica alla Sapienza di Roma con tesi sul tema dell’intelligenza artificiale, ha  approfondito i temi dell’interaction design, delle interfacce innovative, della realtà aumentata e molto altro.

Assieme alla compagna Oriana Persico ha lavorato dal 2006 al progetto AOS – Art is Open Source, dando vita nel corso degli anni ad opere e performance di interesse globale accomunate dall’esplorazione e dall’osservazione dell’uomo tecnologico contemporaneo e della sua continua mutazione.

Il progetto “La Cura”

Nel 2012, dopo essersi ammalato di cancro al cervello, Iaconesi ha avviato, sempre assieme alla compagna Oriana Persico, il progetto La Cura, da lui stesso descritto come una performance globale per “riappropriarsi del proprio corpo e della propria identità creando una cura partecipativa open source per il cancro”.

In tal caso “cura” sottintende non solo “rimedio” al suo male, ma anche nel significato di “interessamento”.

Si tratta di un interessante caso di “etica hacker”: essendo in possesso della propria cartella clinica digitale (regolarmente ricevuta dalle strutture sanitarie, ma compilata in formato chiuso e proprietario per questioni di privacy e tutela dei dati personali) ha operato in modo da aggirarne i meccanismi di protezione, per poter condividere e rendere disponibili i suoi dati in rete, alla ricerca di una cura efficace.

Ha voluto così esortare gli utenti della rete a usare i suoi dati clinici in qualsiasi modo siano fonte di ispirazione per la realizzazione di opere dell’ingegno umano.

Il noto oncologo Umberto Veronesi aveva detto che Iaconesi va ringraziato pubblicamente perché “dare alla sua diagnosi di cancro la massima visibilità possibile è una forma di lotta ai tabù che ostinatamente circondano questa malattia”.

Il video dell’intervista a Codice – La vita è digitale

In questa sua intervista, rilasciata alla trasmissione di Rai1 “Codice – La vita è Digitale“, Salvatore Iaconesi ha espresso la sua visione sul nuovo abitare i nostri spazi quotidiani ed il ruolo di attori delle piante e degli oggetti connessi.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it