Trovato un accordo per il Superbonus nel 2024, arriva il decreto ad hoc per redditi bassi e lavori incompleti.
Dopo mesi di discussioni e tentennamenti, è stato trovato un accordo per il Superbonus, la principale agevolazione per il mondo dell’edilizia.
Il Governo ha, infatti, studiato una soluzione ad hoc con un decreto specifico approvato ieri dal Consiglio dei Ministri e l’intesa è stata raggiunta proprio prima del Cdm.
Come dichiarato dal Vicepremier Antonio Tajani:
“C’è una tutela importante per le imprese e per i cittadini, soprattutto quelli meno abbienti. Ci sarà una sorta di sanatoria per il 2023, cioè per chi ha superato il 30% dei lavori. Se non li ha conclusi non dovrà pagare nulla, anche per eventuali omissioni, quindi né l’impresa si rivarrà sui condomini né dovrà versare penali allo Stato”.
Vediamo allora tutte le novità.
Accordo Superbonus 2024: di cosa tratta il decreto
Il decreto approvato ha introdotto alcune novità.
Ha confermato che, per le opere ancora da effettuare, la percentuale scenderà al 70%, come previsto dalla tabella di marcia del Superbonus.
Ma per i soggetti con Isee inferiore ai 15mila euro, si garantirà il credito del 110%, anche per la quota di lavori non asseverati al 31 dicembre 2023.
Chi non ha concluso i lavori entro l’anno non si troverà nella situazione critica di restituire tutti i crediti maturati fino a quel momento. Inoltre, per i lavori rimasti inconclusi al 31 dicembre e per compensare la quota che scenderà dal 110% al 70%, ci sarà l’intervento dello Stato, che utilizzerà il fondo povertà, con riserva di aumentarne la capienza durante l’esercizio finanziario.
In questo modo, le fasce meno abbienti non dovranno farsi carico della differenza.
Non ci saranno proroghe quindi, bensì “un’uscita ordinata” dall’agevolazione, come richiesto da più parti della maggioranza e soprattutto da Forza Italia. Il partito chiedeva da giorni una proroga del termine dei lavori o almeno un intervento, per evitare la caduta a picco dell’agevolazione e una conseguente paralisi dei lavori in corso, che avrebbero provocato diversi contenziosi con le imprese che non erano riuscite ad ultimare i lavori entro il 31 dicembre.
I limiti del decreto sui Bonus
Nel decreto si vanno a limitare anche alcuni interventi legati al Bonus barriere architettoniche. Sarà necessaria un’apposita asseverazione per il rispetto dei requisiti, come garanzia che i lavori vengano effettivamente realizzati per abbattere le barriere architettoniche.
Dal 1° gennaio, la cessione del credito sarà consentita solo per le parti comuni dei condomini con uso abitativo e alle persone fisiche con Isee inferiore ai 15mila euro. Il limite del reddito non sarà applicato alle persone con disabilità.
Arriva la stretta anche sul Sismabonus. È stata esclusa la cessione del credito in caso di interventi di demolizione e ricostruzione in zone sismiche, per le quali non sia stato richiesto il titolo abilitativo alla data di entrata in vigore del decreto legge.
Saranno, quindi, inserite verifiche più puntuali per limitare l’agevolazione soltanto agli edifici effettivamente danneggiati da eventi sismici.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it