Dal 2004 al 2020 abbattuto solo il 32,9% degli immobili colpiti da ordinanza. Ferme al palo le demolizioni al Sud Italia.
Abusi Edilizi: disponibile il Report con i dati di Legambiente sulle mancate demolizioni nei Comuni.
Nelle regioni del Sud Italia, dove il fenomeno dell’abusivismo edilizio ha pesantemente compromesso il territorio, le demolizioni sono ferme al palo andando, così, ad aumentare il divario con un Nord Italia che, invece, fa più controlli, sanziona l’abuso e demolisce.
È quanto emerge in sintesi dalla fotografia scattata dalla seconda edizione del dossier “Abbatti l’abuso” di Legambiente sulle mancate demolizioni edilizie nei comuni italiani, dalla quale emerge con chiarezza una Penisola spaccata in due.
Abusi Edilizi: i dati di Legambiente su mancate demolizioni nei Comuni
Eloquente il dato nazionale: sulla base delle risposte complete date dai 1.819 comuni (su 7.909) al questionario di Legambiente, nella Penisola dal 2004, anno dell’ultimo condono, al 2020 risulta abbattuto solo il 32,9% degli immobili colpiti da un provvedimento amministrativo, un dato “trainato” dall’attività degli enti locali delle regioni del Centro Nord.
Bene Veneto e Friuli Venezia Giulia che, nella classifica per numero di ordinanze di demolizioni eseguite, superano entrambe il 60%, seguite da:
- Valle d’Aosta (56,3%)
- Provincia autonoma di Bolzano (47%)
- Lombardia (44,2%).
Poi ci sono Piemonte, Liguria e Toscana che dichiarano di aver demolito almeno il 40% degli immobili o degli interventi abusivi colpiti da ordinanza di abbattimento.
Male, invece, il Sud Italia dove, a parte la Basilicata con un 26% delle ordinanze di demolizioni eseguite, vede:
- la Puglia piazzarsi in fondo alla classifica con un misero 4%
- preceduta dalla Calabria (11,2%)
- dalla Campania (19,6%)
- dalla Sicilia (20,9%)
- e dal Lazio (22,6%).
In particolare in Puglia, Calabria, Sicilia e Calabria, tra le regioni più segnate dalla presenza mafiosa e dove stando all’ultimo rapporto Ecomafia vi si concentra il 43,4% degli illeciti nel ciclo del cemento registrati in Italia nel 2019, sono state emesse 14.485 ordinanze di demolizione (con la Campania a guidare la classifica nazionale con 6.996 provvedimenti di abbattimento) e ne sono state eseguire appena 2.517, pari al 17,4%.
In altri termini, cinque volte su sei l’abusivo ha la quasi matematica certezza di farla franca. Può andargli ancora meglio se l’immobile è stato realizzato lungo le coste: se si considerano solo i comuni litoranei, infatti, la percentuale nazionale di abbattimenti scende a 24,3%.
Numeri preoccupanti
Numeri nel complesso preoccupanti che per Legambiente dimostrano come in Italia l’abusivismo e il cemento illegale siano ancora una piaga da sanare.
A ciò si aggiunge anche il “pasticcio” generato nelle scorse settimane dalla circolare interpretativa inviata dal Ministero dell’Interno a tutte le prefetture.
La Circolare va ad azzerare l’efficacia della norma, inserita nella L.120/2020, c.d. Dl Semplificazioni, che attribuisce ai prefetti il potere sostitutivo nelle demolizioni degli abusi edilizi, di fronte all’inerzia dei Comuni che emettono le ordinanze ma non le eseguono.
“Applicando le disposizioni della circolare ministeriale – denuncia Legambiente – si va a ristringere l’ambito d’azione dei prefetti ai soli abusi edilizi accertati dopo l’entrata in vigore della legge e, escludendo tutte le ordinanze su cui sia pendente un ricorso per via amministrativa, decine di migliaia di manufatti illegali sono destinati a rimanere esattamente dove sono, com’è successo finora.”
A confermare l’inequivocabile senso della norma sono le 935 ordinanze inevase trasmesse, da settembre 2020 a marzo 2021, dai Comuni alle prefetture.
Il report di Legambiente
A questo link potete consultare il Report completo di Legambiente.
Fonte: Legambiente