In Italia, il dibattito sul diritto alla casa si intensifica alla luce di un dato allarmante: circa una casa su quattro nel nostro Paese non è permanentemente abitata e cresce il fenomeno delle abitazioni non occupate.
Questa tendenza, analizzata nel contesto del censimento permanente della popolazione e delle abitazioni, rivela disparità significative nelle diverse regioni e province italiane.
Scopriamo dunque quali sono i dati effettivi e l’andamento di questo fenomeno attraverso una recente e dettagliata ricerca fornita dalla Fondazione Openpolis.
Abitazioni non occupate in Italia: aree a maggiore incidenza
Le aree montane e i comuni distanti dai servizi essenziali sono quelli in cui la presenza di abitazioni non permanentemente occupate prevale.
Il progressivo spostamento della popolazione dalle aree interne verso i centri più urbanizzati ha influito sulle disponibilità abitative. Mentre nelle zone più attrattive emergono vere e proprie emergenze abitative, nelle aree periferiche si trovano abitazioni non occupate o utilizzate come seconde case. Questo fenomeno impatta sulle strategie amministrative, influenzando la distribuzione di servizi e le entrate economiche.
L’analisi territoriale svela che la presenza di abitazioni non permanentemente occupate è più marcata nei comuni distanti dai centri urbani. La montagna interna si distingue con una percentuale del 47%, indicando un fenomeno più prevalente in queste zone rispetto alla media nazionale.
A livello regionale, la Valle d’Aosta spicca con la percentuale più alta di case non permanentemente occupate (56%), seguita da Molise, Calabria e Abruzzo. Al contrario, Emilia-Romagna, Lombardia e Lazio registrano le percentuali più basse, indicando una distribuzione più equa delle abitazioni.
Tra le province, Sondrio guida la classifica con il 56,1% di abitazioni non permanentemente occupate, seguita da Aosta, L’Aquila e Imperia. Milano, Cagliari e Prato, invece, presentano le percentuali più basse.
Il comune in cui la presenza di case non permanentemente occupate è più evidente è Foppolo (Bergamo), con una straordinaria percentuale del 95,1%. Al contrario, Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, si attesta al 2,7%, riflettendo una situazione di maggiore stabilità abitativa.
Secondo la Fondazione Openpolis, in conclusione, la questione delle abitazioni non permanentemente occupate richiede un approccio integrato che consideri le dinamiche migratorie, le esigenze abitative e le strategie amministrative. Solo attraverso una comprensione approfondita di questo fenomeno, potremo sviluppare soluzioni mirate per garantire a tutti il diritto fondamentale alla casa.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it su dati della Fondazione Openpolis