a-futura-memoriaGiorno 8 gennaio 2021 è il centenario della nascita di Leonardo Sciascia.

Essendo oggi un personaggio scomodo, come tutti gli intellettuali che hanno dimostrato di avere la schiena dritta, non facilmente inclini ad assecondare il potere, difficilmente sarà ricordato come si dovrebbe ricordare il personaggio.

8 Gennaio: centenario di Leonardo Sciascia come notizia a margine

Anche se allora erano altri tempi, allora c’era la possibilità di criticare, mentre adesso la censura non permette queste libertà. E credo che l’8 gennaio questo sarà evidente, perché sono convinto che il main stream quel giorno non ne parlerà o se ne parlerà come notizia a margine.

Magari citando la sua produzione letteraria e non esaltando sicuramente la sua attività propulsiva di intellettuale e quindi senza citare la sua vita e il suo rapporto da intellettuale con il potere.

Gli intellettuali oggi

Perché la cosa oggi potrebbe stridere se messa a confronto, essendo oggi gli intellettuali, se così si possono ancora chiamare, asserviti al potere. Asserviti oltretutto non proprio ad un potere, ma ad un vuoto di potere.

Un potere diventato una melma che sopravvive solo grazie ad una fantomatica pandemia. Una melma che andrà oltretutto “rimpastata” per continuare nel suo cammino “virale”, infettata da quel virus che rende “positivi “anche quelli che dovrebbero essere gli intellettuali di oggi, se ci fosse un tampone, che potesse rilevare quelli organici al potere, alla stregua della maggioranza dei giornalisti. D’altronde, tutti tengono famiglia.

Un intellettuale disorganico

Oggi, Leonardo Sciascia, potrebbe essere messo al margine, magari etichettato come un negazionista, come tutti quelli “disorganici” alla melma del potere.

Perché oggi basta criticare qualsiasi cosa di questo governo, per diventare un negazionista. Ma qualcuno potrebbe dire, che vengono etichettati come negazionisti solo quelli che si contrappongono alla politica adottata per il COVID-19. Ma non mi pare che esista un altro argomento di questo governo e di tutto il main stream che non sia quello dell’amico COVID.

Un intellettuale nato e cresciuto nei tempi della guerra e del dopoguerra, oggi non sopporterebbe che qualcuno ponesse qualcosa al di sopra della libertà, l’humus sul quale dovrebbe affondare le radici ogni intellettuale.

Leonardo Sciascia ed il suo “A futura memoria”

Leonardo Sciascia nel suo saggio “A futura memoria (se la memoria ha un futuro)” ragionava sull’assoluta mediocrità delle persone che si trovavano al vertice della pubblica amministrazione, tanto da citare per questi, quello che D’annunzio diceva di Marinetti:

“che sono dei cretini con qualche lampo d’imbecillità: solo che nel contesto in cui agiscono l’imbecillità appare – e in un certo senso e fino a un certo punto è – fantasia”.

E non aveva visto niente! Non avrebbe mai pensato, che oggi, in molti addirittura sono costretti a rimpiangere quell’epoca, dove anche bere nel bicchiere di qualcun altro, scambiarsi la sigaretta o toccare la manopola di un lavandino, non comportava un “lockdown”, questo vocabolo inglese, usato per pudore, in modo da nascondere la parola in italiano “confinamento”.

 


Fonte: articolo di Roberto Recordare