La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nella riunione del 20 febbraio, ha approvato una posizione sul piano nazionale della ricerca (Pnr) che è stata inviata dal Presidente Vasco Errani al Ministro per gli affari regionali affinché il tema sia iscritto all’ordine del giorno della Conferenza Stato Regioni per l’espressione di un parere in merito.
Si riporta di seguito il testo integrale del documento (
La Conferenza, a seguito dell’approfondimento svolto sia in sede tecnica che politica, anche nel confronto con il Ministero della Istruzione, Università e Ricerca sul Piano Nazionale della Ricerca 2014-2020 in corso di predisposizione, ha svolto alcune considerazioni ed elaborato proposte operative.
Si esprime complessivo apprezzamento per il “cambio di passo” avviato e per il lavoro svolto che ha visto, per la prima volta, l’utilizzo di modalità di governance partecipata con i vari soggetti, in particolare con le Regioni, al fine di giungere all’elaborazione di un Programma che esprima la strategia complessiva del Sistema Paese sulla ricerca, l’innovazione e la valorizzazione del capitale umano. Per dare un più incisivo slancio al sistema Paese ed innescare un virtuoso processo di crescita è necessario un grande investimento in ricerca ed innovazione sia nel settore pubblico che nel settore privato.
Si giudica positivamente il percorso intrapreso con i livelli tecnici delle Regioni, al fine di connettere le strategie che si stanno elaborando a livello regionale per la definizione delle smart specialisatione la programmazione dei fondi strutturali, con la strategia del PNR.
Analogo giudizio positivo si esprime per il tentativo fatto di sincronizzare e sintonizzare le strategie nazionali sulla ricerca e l’innovazione con quelle europee, sia per quanto concerne la tempistica (il nuovo PNR avrà come arco temporale 2014/2020), sia per quanto riguarda i contenuti, coniugando e declinando a livello nazionale le grandi sfide di Horizon 2020 al fine di identificare i driver di crescita e sviluppo del Paese.
Si valuta positivamente l’accento posto sulla valorizzazione del capitale umano per stimolare sinergie fra università, strutture di ricerca, sistema produttivo e territori e diffondere ed applicare i risultati della ricerca oltre l’accademia. E’ necessario però rivedere la legislazione nazionale vigente in merito al reclutamento dei ricercatori, in quanto, attualmente, tale legislazione non permette di fatto il loro utilizzo all’interno delle imprese. Di conseguenza, si avrebbe, sin dalla programmazione degli interventi, un fallimento dell’azione di valorizzazione del capitale umano che, invece, risulta essere uno dei tre pilastri fondamentali del PNR 2014 – 2020.
Si concorda sull’importanza di incentivare ed intensificare l’utilizzo del Pubblic Procurement quale volano per i rilancio del sistema produttivo, anche se la complessità della normativa nazionale rallenta ed in molti casi limita o pregiudica fortemente l’impiego di questo nuovo strumento.
Si ribadisce la rilevanza strategica dei Cluster Tecnologici Nazionali, anche in relazione al nuovo Programma Quadro europeo Horizon 2020, in quanto hanno consentito la messa in rete delle competenze scientifiche ed industriali di eccellenza del sistema Paese e si auspica che tale politica veda una continuità ed un sostegno anche nel Nuovo PNR.
Si evidenzia la mancanza di una visione strategica sullo sviluppo industriale del Sistema Paese che impedisce anche di collocare in un quadro organico le azioni e gli strumenti attivati a livello territoriale. Si auspica, quindi, un fattivo coinvolgimento di tutti i Ministeri interessati, in particolare il Ministero dello Sviluppo Economico per il tema dell’innovazione e del trasferimento tecnologico verso le imprese, in termini di contributi che, ognuno per le parti di sua competenza, può dare al nuovo PNR.
Tutto ciò premesso:
Si propone che, sia nella fase di programmazione che di attuazione del Programma, venga garantito il coinvolgimento delle Regioni e delle Province autonome, valorizzando il loro ruolo di soggetti capaci di integrare le competenze scientifiche ed industriali presenti nei territori e di promuovere e mettere a sistema la domanda e l’offerta di innovazione.
In tale contesto si condivide la proposta di individuare come modello di governance mutuato dalla programmazione europea quello dei Comitati di programma e si auspica che, nella definizione del modello organizzativo di tali Comitati di Programma, vengano previsti ruoli e funzioni diverse per i diversi livelli istituzionali e le modalità di integrazione e interazione, in un’ottica di governance multilivello e di sussidiarietà. Pertanto le Regioni manifestano la loro disponibilità a declinare, congiuntamente con il MIUR, le modalità organizzative ed operative dei suddetti Comitati di Programma. Si auspica il compimento di una visione strategica sullo sviluppo industriale del Sistema Paese al fine di affrontare con una forte declinazione nazionale ed in un’ottica integrata le grandi sfide sociali europee, fra le quali quelle della salute, del cambiamento demografico, del cambiamento climatico, dell’efficienza energetica, della sicurezza e della sostenibilità della catena alimentare. In tale contesto, si sottolinea l’urgenza di definire gli indirizzi strategici della politica industriale del Sistema Paese per dare un quadro di riferimento all’attività di ricerca ed alla promozione sui territori di una politica dell’innovazione come sostegno imprescindibile per il mondo delle imprese, in particolare delle piccole e piccolissime. In questo contesto, si richiedono forti azioni di sostegno alle start up, attualmente non previste nel Piano.
Si sottolinea, inoltre, l’importanza di integrare le risorse finanziarie ed individuare nuovi meccanismi di finanziamento (nuove modalità di utilizzo di fondi rotativi, inclusione di altri soggetti finanziatori, ecc..) per avere un effetto leva sugli investimenti;
Si suggerisce di facilitare l’accesso e la fruizione dei risultati della ricerca, anche al fine di attivare sia azioni di valutazione basate su procedure e informazioni standard, che un sistema di monitoraggio condiviso;
Si auspica, altresì, un maggior coordinamento e connessione fra la programmazione dei fondi strutturali, i cui obiettivi strategici sono prevalentemente incentrati sul sostegno alla ricerca e all’innovazione, ed il Programma Nazionale della ricerca, anche attraverso l’individuazione di percorsi condivisi.
FONTE: Conferenza delle Regioni e delle Province autonome (www.regioni.it)