In aiuto delle vittime di revenge porn, arriva uno sportello digitale per dare soccorso psicologico: ecco di cosa si tratta.
Sportello digitale revenge porn: lo scorso 10 ottobre 2022, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, è stato inaugurato il Primo soccorso psicologico.
Si tratta di uno sportello di supporto psicologico gratuito, per tutte le vittime di revenge porn, senza distinzioni di genere.
Lo sportello nasce da una collaborazione tra PermessoNegato, la più grande associazione europea per il contrasto alla pornografia non consensuale e Tconsulta, una piattaforma online di consulenza psicologica, nata durante la pandemia, per rendere più accessibile l’assistenza psicologica.
Il revenge porn è una pratica illegale, che consiste nella diffusione di materiale intimo e privato, determinata dall’art.612-ter del Codice Penale.
Il reato può essere punito con la reclusione da uno a sei anni di carcere e una multa che va da 5000 a 15’000 euro. Ma la pena può aumentare, nel caso la vittima sia il coniuge, in condizione di inferiorità fisica o psichica, in stato di gravidanza o se la violenza viene perpetrata attraverso strumenti informatici e telematici.
Sportello digitale revenge porn: come funziona
Il nuovo servizio è un vero e proprio “primo soccorso psicologico”, che sarà erogato in modalità audio e video online. Si potrà accedere al servizio con una prenotazione, attiva 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, tramite la help-line di PermessoNegato.
Ogni vittima avrà a disposizione tre incontri virtuali di consulenza psicologica e, in caso di necessità, si potrà usufruire del counseling aggiuntivo.
L’obiettivo è quello di dare consulenza psicologica gratuita anche a chi è impossibilitato, sia per questioni economiche e sia per questioni di distanza.
I dati del revenge porn in Italia
L’associazione PermessoNegato svolge ogni anno un report sullo stato del revenge porn in Italia.
L’ultimo report è stato pubblicato lo scorso giugno 2022 e, basandoci su una prima analisi fatta su un campione di 2mila intervistati, ne è emerso che il 4% degli italiani ne è stata vittima, mentre il 9% ne conosce una.
L’età media delle vittime è di circa 27 anni. Il 70% delle vittime sono donne, il 30% uomini e il 13% fa parte della comunità LGBTQ+.
Il 17% del campione analizzato è convinto che il fenomeno non costituisca reato in Italia, una percentuale che sale al 35% tra le vittime.
Proprio per questo motivo, la metà delle vittime dichiara di non aver mai sporto denuncia.
Le vittime, dopo aver subito revenge porn, possono soffrire di sintomi depressivi, forte stress, cambiamenti delle abitudini sociali e della propria quotidianità. Ma anche perdita di autostima, senso d’isolamento e difficoltà nelle relazioni con amici e coetanei.
Il 16% degli intervistati ha dichiarato di aver avuto eventi di autolesionismo e pensieri suicidari.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it