protocollo-riapertura-proposte-feditartProtocollo per la Riapertura: ecco le proposte di Feditart e delle altre sigle del P.A.P. inviate al Ministero della Cultura.


La Feditart (Federazione Italiana Artisti), presieduta da Gino Auriuso, ha così inviato al MIBAC, assieme alle altre sigle del P.A.P., un documento con tutte le proposte che riguardano il nuovo protocollo per la riapertura.

Ricordiamo, per chi non lo sapesse che il P.A.P. (Patto per le Arti Performative) è un comitato che per la prima volta nella storia dello Spettacolo italiano mette insieme, come interlocutore col Ministero della Cultura un comitato di 12 sigle rappresentanti teatri, produzioni, attori, autori, musicisti e tecnici, in grado di produrre documenti condivisi.

Protocollo per la Riapertura: le proposte di Feditart e delle altre sigle del P.A.P.

Qui di seguito il testo completo del comunicato.

Le nostre proposte inviate al Ministero della Cultura, insieme alle altre sigle del P.A.P., sul protocollo per la riapertura.

Al Direttore Generale del Ministero

Dott. Antonio Parente

e, p.c. Al Prof. Lorenzo Casini

Capo di Gabinetto

Al Dott. Salvatore Nastasi

Segretario Generale

 

OGGETTO: Contributo Patto per le Arti Performative alla richiesta di proposte per la definizione del protocollo per la riapertura dei luoghi dello spettacolo (Prot. n. 3753)

Il Patto per le Arti Perfomative, che al momento riunisce le sigle firmatarie del presente documento, tutte partecipanti al tavolo permanente per lo spettacolo, sottopone a codesta illustre Istituzione le seguenti osservazioni e proposte affinché le stesse possano essere tenute in debita considerazione ai fini della definizione del protocollo operativo per la progressiva riapertura – in sicurezza – dei luoghi dello spettacolo dal vivo.

Come noto al Ministero, è opinione diffusa delle imprese dello spettacolo che la difficoltà di operare nell’attuale contesto risieda assai più nella sicurezza della produzione che non nella gestione del pubblico.

Questa convinzione, che è già stata manifestata dalle imprese dello spettacolo, è stata rafforzata dalle esperienze, ad esempio, della Berliner Ensemble e della Philharmonie di Berlino, in seguito ai cui spettacoli il rischio di contagio rilevato è risultato particolarmente basso. Sebbene sia vero che in quelle circostanze siano stati eseguiti tamponi sugli spettatori prima dello svolgimento dello spettacolo, una tale procedura risulta difficilmente integrabile nella gestione ordinaria della ripresa delle attività per ragioni di tipo sia sociale, che economico-organizzativo.

A proposito invece delle preoccupazioni riguardanti cluster di contagio tra i lavoratori riteniamo che sia altresì necessario un ulteriore confronto al fine di permettere la definizione di una cornice normativa in grado di fungere da fondamento giuridico della tutela della salute dei lavoratori dello spettacolo nel quadro dell’emergenza sanitaria in corso.

Le proposte per la gestione della fase intermedia

Fatte queste premesse, formuliamo le seguenti proposte per la gestione della fase intermedia che porterà alla progressiva riapertura:

  • È necessario che ogni restrizione della capienza venga decisa in considerazione della dimensione effettiva delle sale e degli spazi all’aperto, al contrario di quanto previsto dal DPCM del 2 marzo 2021, il quale si limita a stabilire un limite massimo di 200 posti per le attività al chiuso e di 400 posti per le attività all’aperto. Esprimiamo quindi la nostra posizione di sostegno alla proposta che prevede un limite massimo di capienza calcolato detraendo dal numero dei posti e delle sedute autorizzati dalla Commissione di Vigilanza, quelli necessari a garantire il distanziamento di almeno un metro tra le rime buccali;
  • Riteniamo che la previsione della distribuzione all’ingresso delle mascherine FFP2, qualora e dove se ne evincesse la necessarietà (no negli spazi all’aperto), debba essere accompagnata da un innalzamento della capienza prevista delle sale, in considerazione anche dall’incremento dei costi per le strutture derivanti dalla fornitura delle stesse e che venga parallelamente disposto un adeguato sostegno economico per le imprese che debbano sobbarcarsi il costo delle mascherine da distribuire;
  • Esprimiamo la nostra assoluta contrarietà rispetto all’ipotesi di rendere obbligatorio per gli spettatori l’avere effettuato un tampone non più di 48 ore prima dell’evento. Questa previsione determinerebbe una selezione su base censitaria del pubblico e costituirebbe, in ogni caso, un ulteriore ostacolo alla partecipazione, tale da vanificare la stessa possibilità di una riapertura. Anche in altri paesi europei, l’organizzazione di eventi ai quale hanno potuto partecipare solamente le persone che si sono sottoposte al tampone ha avuto carattere sperimentale e decisamente straordinario, del tutto dissimile rispetto alla riapertura dei teatri, la quale avrebbe invece carattere generale e ordinario. Va ovviamente ricordato, a tale proposito, che le adeguate garanzie sono già fornite dalla previsione dell’adeguato distanziamento, dall’obbligo di tenere la mascherina per l’intera durata della permanenza nel luogo dello spettacolo, in un pubblico peraltro già “scremato” sulla base della misurazione preliminare della temperatura;
  • Chiediamo la rimozione dell’obbligo a carico degli artisti e delle maestranze di effettuare allo stesso tempo un tampone 48 ore prima dell’avvio delle produzioni e, successivamente, ogni 72 ore. Nel caso si dovessero verificare condizioni di straordinaria necessità nelle quali le misure suddette siano indispensabili, è di vitale importanza che queste vengano rese quanto meno sostenibili da un punto di vista economico ricevendo uno specifico contributo statale che, a quel punto, non sarebbe certamente marginale;
  • Chiediamo inoltre che, nei limiti del possibile, possa essere assicurata la certezza della continuità di esercizio. Allo scopo di consentire che la riapertura dello Spettacolo dal Vivo avvenga in maniera quanto più stabile possibile, sarebbe auspicabile che i teatri e i luoghi di spettacolo in generale possano rimanere aperti non solo nelle zone bianche e gialle, ma anche in quelle arancioni. Ciò per evitare che le azioni fattive intraprese nella speranza della ripresa possano tradursi in certi fallimenti definitivi delle strutture dello spettacolo, soprattutto per quelle di piccole e medie dimensioni, già profondamente impattate e meno beneficiarie di aiuti;
  • Pur garantendo il rispetto delle raccomandazioni igienico-comportamentali, valutiamo necessaria la riduzione dell’attuale distanziamento tra artisti e pubblico di quattro metri, parametrazione che rende di fatto insostenibile sotto il profilo economico la riapertura, specie per realtà teatrali più piccole così come la realizzazione di spettacoli all’aperto. La nostra proposta è, pertanto, di diminuire la distanza del pubblico dal palco a due metri, distanziamento tra l’altro già previsto dai precedenti protocolli;
  • In relazione al coprifuoco finora in vigore dalle 22:00 alle 5:00 è necessario per consentire l’effettuazione degli spettacoli serali, che costituiscono una parte rilevante delle attività performative, che l’inizio del coprifuoco venga spostato alle 23:00;
  • Chiediamo, in aggiunta alla prevista rilevazione della temperatura corporea, per la cui misurazione sarà adibito del personale delle imprese dello spettacolo, la possibilità di identificare nell’acquisto, da parte degli spettatori, di biglietti per posti a sedere vicini un metodo sostitutivo all’autocertificazione di appartenenza allo stesso nucleo familiare. Ciò permetterebbe di evitare la inutile produzione di autocertificazione giustificativa della vicinanza di posto che, oltre a rappresentare un aggravio dell’onere gestionale delle strutture, potrebbe tradursi in un inutile – seppur limitata in virtù della precedente misurazione della temperatura – ulteriore possibilità di vettore di contagio. Si rileva a tal riguardo che la necessità di raccogliere e salvaguardare i dati degli spettatori ai fini di tracciamento non verrà certo intaccata in quanto le persone al momento della registrazione sono chiamate ad inserire i loro riferimenti, oltre che i nominativi anche telefonici. Trattasi dunque di dati già nelle disponibilità delle stesse strutture ospitanti.

Il Patto per le Arti Perfomative (in o. a.):

ANAP (Associazione Nazionale Arti Performative); APS (Libera Associazione Lavoratori Spettacolo); CeNDIC (Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea); Co.N.D.A.S. (Comitato Nazionale Danza Arte Spettacolo); Fed.It.Art. (Federazione Italiana Artisti); Forum Nazionale per l’Educazione Musicale; Indies (La Casa della Musica Indipendente); MSV (Movimento Spettacolo dal Vivo); SIEDAS (Società Italiana Esperti di Diritto delle Arti e dello Spettacolo); StaGe! (Stati Generali Musica Indipendente ed Emergente); TP (Tavolo Permanente Federazioni Bandistiche Italiane); UTR (Unione Teatri di Roma).


Fonte: Feditart