L’UE esorta i paesi membri a impegnarsi di più nella preservazione dei bacini acquatici: potrebbero arrivare dei premi per i pescatori che raccolgono i rifiuti nel mare.
Solo l’1% della plastica presente nell’oceano si trova a galleggiare in superficie, mentre la maggior parte di essa finisce nelle profondità marine. Ogni giorno 730 tonnellate di rifiuti vengono scaricati direttamente nel Mediterraneo mentre ogni anno ulteriori 11.200 tonnellate di plastica scaricate nell’ambiente finiscono nel Mediterraneo.
Pertanto, l’UE vuole incentivare la raccolta dell’immondizia che infesta i fondali marini attraverso un sistema di incentivi e premi per i pescatori.
Scopriamo come funziona.
I problemi creati dai rifiuti marini
Non è solo una questione di disordine e sporcizia, i rifiuti di plastica feriscono gli animali che possono restare intrappolati nei pezzi più grandi o addirittura possono scambiarne le parti più piccole per cibo. L’ingestione di particelle di plastica impedisce la digestione degli alimenti normali e può favorire la presenza di inquinanti chimici tossici nel loro organismo.
Inoltre, tramite la catena alimentare gli esseri umani mangiano la plastica ingerita dai pesci. Gli effetti che questo passaggio ha sulla salute umana sono ancora ignoti.
I rifiuti di plastica causano inoltre una perdita economica per quei settori e quelle comunità che dipendono dai prodotti ricavati dal mare, inclusa l’attività manifatturiera: solo il 5% del valore degli imballaggi di plastica resta nell’economia – il resto viene letteralmente gettato via, rendendo ancora più evidente la necessità di un approccio incentrato sul riciclaggio e sul riuso.
Rifiuti nel mare: l’UE incentiva i pescatori a raccoglierli tramite dei premi
L’Unione Europea ha dunque l’intenzione di attivare un meccanismo premiale a favore di chi approda col peschereccio in un porto del territorio nazionale per conferire all’impianto portuale di raccolta i rifiuti accidentalmente pescati in mare.
I rifiuti potranno essere così portati nei porti dove saranno allestiti dei punti di raccolta e verranno introdotti degli incentivi adeguati per la categoria.
In tal caso al conferente si riconoscerebbe:
- una priorità nell’accesso ai bandi
- un’ulteriore priorità nei benefici previsti dal fondo europeo affari marittimi e pesca
- e inoltre l’attribuzione di una certificazione ambientale.
Ovviamente maggiori dettagli arriveranno una volta che l’UE avrà ratificato tramite decreto questa misura.
Qual è la situazione in Italia?
L’Italia, in tal senso, sarebbe già teoricamente in linea con le direttive europee: con la legge “Salvamare” del 2022 risultano introdotte misure ad hoc che consentono ai pescatori e alle diverse associazioni di settore di raccogliere e portare a riva i rifiuti in mare, laghi, fiumi e lagune e di conferirli in appositi spazi predisposti nei porti italiani.
Si tratta di novità importanti, poiché prima delle decisioni comunitarie e della legge “Salvamare” esisteva la seguente regola per i pescatori: nel caso avessero trovato nelle loro reti di pesca, dei rifiuti, non li avrebbero potuti trasportare fino in riva, in quanto avrebbero rischiato l’accusa di trasporto illegale di rifiuti.
Tuttavia a un anno dall’approvazione della legge manca ancora il decreto attuativo che individua le misure premiali: ma magari la decisione dell’UE aiuterà ad accelerare i tempi.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it