Nel panorama della valorizzazione dei comuni con siti UNESCO si sta affermando la possibilità di ricorrere al partenariato pubblico-privato: ecco alcune indicazioni dell’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione).
Si sta infatti affermando la possibilità di instaurare partenariati speciali con enti privati al fine di sfruttare il finanziamento pubblico dedicato a tali iniziative.
Tuttavia, è cruciale che tali collaborazioni adottino le caratteristiche tipiche dei contratti di partenariato pubblico-privato, con il trasferimento dei rischi al privato coinvolto. Questo principio è stato recentemente ribadito dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) in risposta a una specifica richiesta di parere, come evidenziato nella delibera n. 538 del 21 novembre 2023.
Partenariato pubblico-privato all’interno dei siti Unesco
L’Anac ha emesso il suo parere in risposta a una richiesta proveniente da un comune siciliano, valutando la proposta di un progetto. Nel progetto in questione, l’assenza di rischio imprenditoriale da parte del partner privato è stata evidenziata, con il suo contributo economico pari a 4.000 euro a fronte di un finanziamento pubblico di 440.386 euro.
L’Autorità ha sottolineato che l’articolo 151, comma 3, del decreto legislativo 50/2016 (il vecchio codice degli appalti) prevede specifiche forme di partenariato pubblico-privato nei contratti pubblici che riguardano beni culturali tutelati. Queste forme speciali sono finalizzate al recupero, al restauro, alla manutenzione programmata, alla gestione, all’apertura alla pubblica fruizione e alla valorizzazione di beni culturali immobili.
L’obiettivo di questa norma è promuovere la cooperazione tra settore pubblico e privato per finanziare, recuperare e gestire beni culturali. Questo approccio mira a garantire procedure agili nell’attuazione di interventi specifici, tutti finalizzati al perseguimento dell’interesse pubblico nel campo culturale.
Tuttavia, l’Anac ha evidenziato che anche in queste particolari forme di partenariato, è essenziale coinvolgere il privato con le condizioni proprie di questo schema negoziale. Pertanto, il progetto del comune siciliano, che prevede il coinvolgimento di un partner privato con una quota di investimento esigua rispetto al finanziamento pubblico, non può essere ricondotto all’ambito del partenariato pubblico-privato speciale, secondo l’opinione dell’Autorità.
Questa posizione sottolinea l’importanza di garantire un coinvolgimento significativo e proporzionato del privato nelle iniziative di valorizzazione dei beni culturali, anche quando si adottano modelli di partenariato specifici.
Il testo completo della delibera Anac
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it