pac-ue-agricoltura-italianaGli oltre 35 miliardi di euro della nuova politica agricola (Pac) per il periodo 2023-2027 sono fondamentali in questo momento per l’agricoltura italiana.


Fondamentale in particolare sostenere la competitività delle imprese e l’obiettivo della sovranità alimentare del Paese in un momento di grande difficoltà per il balzo dei costi con più di una impresa agricola su dieci (13%) che rischia di chiudere.

Lo afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’annunciare l’approvazione del Piano Strategico Nazionale dell’Italia sull’applicazione della Politica Agricola Comune (Pac) da parte di Bruxelles.

Finalmente abbiamo regole chiare anche se non è certo la riforma agricola dei sogni per gli agricoltori, anche per come è stata scritta la riforma in Europa in un periodo antecedente alle attuali situazioni di crisi”  continua Prandini nel sottolineare che “siamo pronti a lavorare con il Ministro Lollobrigida e le Regioni per utilizzare al meglio i fondi con regole semplici e meno burocrazia”.

“Il Piano – prosegue Prandini – rappresenta un compromesso utile a tenere insieme la sostenibilità economica, ambientale e sociale delle nostre aziende agricole in sinergia con gli interventi previsti dal Pnrr e dalla manovra. Nel piano – afferma Prandini – ci sono alcune importanti novità come l’aumento delle risorse per i giovani, fondi rafforzati per il biologico, ma anche attenzione a filiere strategiche dalla zootecnia all’olio e il principio della condizionalità sociale, perché è giusto che chi sfrutta il lavoro nero sia penalizzato.”

Pac: dall’UE 35 miliardi di euro per l’agricoltura italiana

Le novità principali della Pac 2023-2027 – spiega la Coldiretti – riguardano soprattutto il primo pilastro della Pac e, in particolare, i pagamenti diretti.

La prima novità riguarda il rafforzamento della condizionalità con l’inserimento degli obblighi di greening seppur in parte modificati: l’impegno per il mantenimento dei prati permanenti è implementato con la definizione di una percentuale massima di diminuzione pari al 5% rispetto all’anno di riferimento; la percentuale minima di seminativo da lasciare a riposo e anche l’impegno della diversificazione è stato assorbito nella condizionalità, seppur rafforzato attraverso l’obbligo della rotazione. Per queste due ultime norme (terreni a riposo e rotazione) è prevista una deroga alla loro applicazione per il primo anno 2023.

Altra novità “ambientale” della nuova Pac – continua la Coldiretti – sono gli Eco-Schemi che consistono in pagamenti aggiuntivi riconosciuti agli agricoltori che si impegnano volontariamente al rispetto di pratiche agricole per regimi ecologici che vanno oltre la condizionalità rafforzata. Gli Eco-Schemi assorbiranno complessivamente circa 880 milioni di euro e riguarderanno misure specifiche per il settore zootecnico (42% delle risorse) e misure volte a favorire la gestione sostenibile delle superfici agricole attraverso: inerbimento colture arboree (17% delle risorse), salvaguardia degli olivi dal valore paesaggistico (17%% delle risorse), sistemi foraggeri (19% delle risorse) e una misura dedicata agli impollinatori (5% delle risorse).

Oltre al pagamento di base, gli agricoltori potranno ricevere anche il pagamento ridistributivo a cui l’Italia dedicherà circa 350 milioni l’anno, pari al 10% del budget complessivo. Si tratta – spiega la Coldiretti – di un aiuto aggiuntivo riconosciuto sui primi 14 ettari del totale di quelli ammissibili posseduti dall’agricoltore, con esclusione delle imprese con superficie superiore a 50 ettari e al di sotto dei 0,5 ettari, in considerazione degli oneri burocratici che sarebbero superiori all’importo dell’aiuto PAC.

I giovani

Per i giovani rimane la possibilità di usufruire di un premio aggiuntivo a cui l’Italia dedicherà il 2% del proprio budget nazionale al quale si aggiunge un altro 2% dai fondi di sviluppo rurale. L’aiuto sarà riconosciuto ai giovani agricoltori sotto forma di pagamento annuale per ettaro ammissibile, fino ad un massimo di 90 ettari. L’importo – conclude la Coldiretti – è calcolato moltiplicando il valore medio nazionale dei titoli per il numero di ettari ammissibili ed è concesso per massimo 5 anni a partire dal primo anno di presentazione della domanda di aiuto.

Infine anche nella nuova programmazione, si conferma il sostegno accoppiato che assorbirà 524 milioni di euro l’anno, di cui il 42% per la zootecnia (vacche da latte, settore carne, bufale e ovicaprini) e il 58% per le misure a superficie (grano duro, soia, girasole, colza, riso, agrumi, leguminose da granella e da foraggio, pomodoro da industria, barbabietola e olio Dop/Igp.?

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it