Arrivano nuove osservazioni e proposte di emendamenti da parte dell’Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani, in merito al cosiddetto “Decreto Salva Casa”.


Nella seduta della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, l’associazione dei sindaci ha esposto dettagliatamente le proprie osservazioni e emendamenti al decreto-legge n. 69 del 29 maggio 2024, recentemente entrato in vigore il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Il nuovo testo normativo

Il decreto, intitolato “Disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica“, si articola in quattro articoli che mirano principalmente a semplificare e regolamentare diversi aspetti del DPR 380/2001 e successive modifiche. Tra le modifiche proposte figurano l’ampliamento delle categorie di interventi di edilizia libera, la semplificazione della documentazione per attestare lo stato legittimo degli immobili, e la disciplina dei cambi di destinazione d’uso delle singole unità immobiliari.

Inoltre, il decreto affronta la questione degli acquisti o alienazioni di opere eseguite in assenza di permesso di costruire o con variazioni sostanziali, nonché le tolleranze costruttive e la semplificazione della cosiddetta “doppia conformità“.

Un punto cruciale del provvedimento è la disposizione in materia di strutture amovibili utilizzate durante l’emergenza sanitaria da Covid-19 per scopi sanitari, assistenziali ed educativi, al fine di garantirne il mantenimento.

Maggiori informazioni in questo approfondimento.

La posizione dell’Associazione dei Comuni Italiani

L’Anci ha accolto positivamente l’iniziativa legislativa contenuta nel decreto n. 69 del 29 maggio 2024, vedendola come un passo significativo verso la semplificazione delle normative edilizie e urbanistiche. Tuttavia, ha espresso la necessità di ulteriori miglioramenti per garantire una legislazione più coesa e adatta alle esigenze attuali e future del settore.

In particolare, durante l’audizione presso la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, ha evidenziato la necessità di riallineare la nuova disciplina introdotta dal decreto con il codice dei beni culturali. Questo intervento mira a prevenire possibili distorsioni e incongruenze normative che potrebbero derivare dall’implementazione di normative separate.

Un’altra area critica su cui ha posto l’attenzione riguarda i mutamenti di destinazione d’uso degli immobili. L’associazione ha proposto l’introduzione di correttivi che consentano agli strumenti urbanistici comunali di imporre non solo condizioni, ma anche limitazioni motivate ai cambiamenti di destinazione d’uso. Questo approccio mira a garantire che tali modifiche avvengano nel rispetto delle necessità urbanistiche e territoriali, evitando impatti negativi sul contesto urbano e paesaggistico.

Queste osservazioni riflettono l’impegno dell’associazione nel collaborare con le istituzioni per migliorare la normativa vigente, al fine di promuovere uno sviluppo urbano sostenibile e armonioso, rispondente alle specificità locali e nazionali.

L’intervento durante l’audizione

Durante l’audizione, la vice sindaca e assessora all’urbanistica di Napoli, Laura Lieto, ha espresso la necessità di una nuova modulistica, vista l’attuale difficoltà degli uffici comunali nell’applicare quella esistente.

In linea generale, e a sostegno di un miglioramento del provvedimento in sede di conversione, occorre introdurre correttivi finalizzati ad un maggior raccordo della nuova disciplina, soprattutto per quel che riguarda il nuovo regime sanzionatorio. Esigenza legata al venire meno della cosiddetta doppia conformità. Serve poi un riallineamento con il codice dei beni culturali per evitare effetti distorsivi e contrari alla ratio legis di alcune nuove norme introdotte dallo stesso provvedimento”.

Sui mutamenti di destinazione d’uso la Lieto ha osservato “che occorrono invece correttivi che salvaguardino il potere/dovere degli strumenti urbanistici comunali di dettare, motivatamente, anche ‘limitazioni’, e non solo mere ‘condizioni’, ai mutamenti della destinazione d’uso degli immobili, con o senza opere. I rappresentanti dell’Anci hanno anche sottolineato l’esigenza “di lavorare ad una nuova modulistica che si rende tanto più necessaria in quanto il decreto è già in vigore e gli uffici comunali sono in grande difficoltà rispetto alla modulistica finora utilizzata”.

Il confronto in commissione ha visto anche la partecipazione attiva di altri esponenti locali, come l’assessore all’Urbanistica di Torino, Paolo Mazzoleni, e l’assessore all’Urbanistica di Milano, Giancarlo Tancredi, tutti concordi nell’importanza di migliorare il provvedimento per rispondere in maniera efficace alle esigenze dei territori.

Infine i rappresentanti dell’Anci hanno chiesto di “chiarire meglio cosa si intenda inserire con l’art. 34 nel terzo periodo del nuovo comma 1 bis, essendo non molto chiaro nella relazione tecnica”.

Le osservazioni e gli emendamenti Anci sul Decreto Salva Casa

Qui il documento completo.


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it