Esempi virtuosi di innovazione sociale basati sul modello delle smart community possono migliorare la qualità della vita nelle grandi periferie urbane.


Nel panorama urbano di Milano, dove la frenesia della vita metropolitana spesso lascia spazio a un crescente isolamento, una nuova iniziativa tecnologica sta trasformando un quartiere periferico in una vivace comunità. Un gruppo di nuove costruzioni, che avrebbe potuto facilmente diventare un quartiere dormitorio, si è evoluto in un modello di integrazione sociale grazie all’utilizzo di una semplice app.

La tecnologia come strumento di coesione

La tecnologia, spesso accusata di favorire l’isolamento, può anche essere un potente strumento di socialità. Questo è esattamente ciò che è accaduto in questo quartiere milanese. Ad un anno dalla sua nascita, il complesso residenziale non è solo un luogo dove si vive, ma un vero e proprio punto di incontro per gli abitanti.

Jessica Cremonesi, community manager del progetto, spiega: “Abbiamo voluto creare un ambiente dove le persone potessero sentirsi parte di una comunità. L’app che abbiamo sviluppato consente agli abitanti di organizzare eventi, condividere risorse e comunicare tra loro in modo semplice e immediato”.

Un nuovo modello di vita condominiale

Gli abitanti del quartiere utilizzano l’app per coordinare una vasta gamma di attività. Dalle serate di cinema all’aperto ai tornei sportivi, dagli aperitivi di quartiere agli scambi di oggetti e servizi, la tecnologia ha reso possibile una connessione che va oltre le semplici interazioni quotidiane.

Jacopo Rossi, responsabile dello sviluppo comunitario di Planet Smart City, sottolinea l’importanza di questo approccio: “La nostra missione è trasformare i luoghi in spazi vivibili e sostenibili, dove la tecnologia facilita l’incontro e la collaborazione tra persone. Questo quartiere ne è un esempio perfetto”.

Paola Erba, abitante del quartiere, racconta: “Prima di trasferirmi qui, non conoscevo nessuno. Ora, grazie all’app, ho stretto amicizie e mi sento parte di una comunità. È un cambiamento che ha migliorato notevolmente la mia qualità della vita”.

Altro esempio virtuoso: il progetto CENTOC’È a Roma

L’esempio Milanese citato rientra tra le iniziative che a macchia di leopardo si vanno diffondendo sul territorio nazionale che hanno trovato nel 2018 un esempio virtuoso nel progetto di innovazione sociale promosso dall’Enea “CENTOC’È”, Centocelle quartiere Smart. Nella prima periferia ad est di Roma, a Centocelle appunto,  è stato creato un progetto per l’adozione di pratiche innovative in campo ambientale ed energetico.

L’obiettivo è quello di migliorare la vita nel quartiere e creare una Smart Community con processi di rigenerazione urbana e percorsi formativi su sostenibilità energetica, competenze sociali e tecnologie ICT.

Il progetto, per lo “Sviluppo di un modello integrato di Smart District Urbano” del Ministero dello Sviluppo Economico. è stato elaborato dal Centro di Ricerche Enea in collaborazione con il LabGov dell’ Università Luiss.

L’obiettivo è quello di creare La città del futuro, con strumenti avanzati e soluzioni innovative che possano erogare ai cittadini servizi efficienti, sostenibili, con più sicurezza e confort.Il progetto ha previsto anche altri strumenti per favorire la partecipazione degli abitanti di Centocelle alla vita collettiva e le pratiche di co-governance.

Centoc’è dispone di un Social Urban Network che fornisce vari strumenti smart di interazione sociale, come il portale, la presenza nei social network, le app e alcune installazioni nella zona.

Si tratta di una piazza virtuale dove i cittadini possono esprimere la propria opinione e confrontarsi su tematiche di rigenerazione urbana e sociale e dove conoscere le iniziative già in atto connesse al turismo integrato sostenibile, alla cultura e creatività, all’economia circolare, ai servizi collaborativi e digitali di quartiere, laboratorio per la rigenerazione urbana e concorso fotografico sul patrimonio storico e culturale, uscite ecologiche in bicicletta ed il Civic Collaboration day

Il futuro delle periferie metropolitane

La recente iniziativa milanese così come il progetto Centoc’è già in atto da qualche anno, rappresentano dei modelli di smart district che potrebbero essere replicati in altre aree periferiche di grandi città.

In un contesto dove l’urbanizzazione crescente porta spesso a una diminuzione dei rapporti umani, soluzioni innovative come queste possono fare la differenza.

Questi progetti dimostrano come l’integrazione di strumenti digitali nella gestione degli spazi urbani possa non solo migliorare la vivibilità delle periferie, ma anche creare un senso di appartenenza e coesione sociale che spesso manca nelle metropoli moderne.

Il recente caso di Milano sta tracciando una nuova strada per le periferie delle grandi città, mostrando come la tecnologia possa essere un alleato prezioso nella costruzione di comunità più unite e solidali. In un mondo sempre più digitale, è incoraggiante vedere come delle semplici app possano avvicinare le persone, trasformando un gruppo di edifici in un luogo dove la vita comunitaria prospera.


Fonte: articolo di Francesca Liani