legge-europea-ripristino-naturaUna decisione molto importante arriva dall’aula del Parlamento UE: con l’approvazione della legge europea sul ripristino della natura si punta al recupero degli ecosistemi danneggiati e a riportare ovunque più natura e biodiversità.


Il Parlamento UE ha adottato la sua posizione negoziale sulla legge europea sul ripristino della natura con 336 voti a favore, 300 contrari e 13 astensioni.

Una mozione per respingere in toto la proposta della Commissione non è stata approvata (312 voti a favore, 324 contrari e 12 astensioni). Contrari alla legge erano infatti diversi esponenti delle destre europee e del Ppe, decisi a far valere gli interessi del mondo dell’agricoltura, la pesca e l’agroalimentare.

Ma a spuntarla è stata la linea maggioritaria, supportata dalle associazioni ambientaliste d’Europa, dai giovani dei movimenti verdi, ma anche da 6000 scienziati europei, numerosi accademici e oltre 1 milione di cittadini che hanno firmato un appello per il “sì”.

Scopriamo dunque cosa cambia con questo nuovo regolamento comunitario.

La nuova legge europea sul ripristino della natura

Oltre l’80% degli habitat europei è in cattive condizioni: per questo lo scorso giugno la Commissione ha proposto un regolamento sul ripristino della natura per:

  • contribuire al recupero a lungo termine della natura danneggiata nelle aree terrestri e marine dell’UE
  • e raggiungere gli obiettivi dell’UE in materia di clima e biodiversità.

Secondo la Commissione, la nuova legge apporterebbe notevoli benefici economici, in quanto ogni euro investito si tradurrebbe in almeno 8 euro di benefici.

I deputati sottolineano che il ripristino degli ecosistemi è fondamentale per combattere il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità e riduce i rischi per la sicurezza alimentare.

Inoltre, evidenziano che la proposta di legge non impone la creazione di nuove aree protette nell’UE né blocca la costruzione di nuove infrastrutture per l’energia rinnovabile. Risulta inoltre approvato un nuovo articolo che sottolinea come tali impianti siano in larga misura di interesse pubblico.

Obiettivi per il 2030

La nuova legge deve contribuire al conseguimento degli impegni internazionali dell’UE, in particolare quelli indicati nel quadro globale sulla biodiversità delle Nazioni Unite di Kunming-Montreal.

I deputati sostengono la proposta della Commissione di attuare, entro il 2030, misure di ripristino della natura coinvolgenti almeno il 20% di tutte le aree terrestri e marine dell’UE.

La normativa, secondo gli eurodeputati si deve applicare solo una volta che la Commissione avrà fornito dati sulle condizioni necessarie per garantire la sicurezza alimentare a lungo termine e dopo che i Paesi dell’UE avranno quantificato le aeree da ripristinare per raggiungere gli obiettivi per ogni tipo di habitat.

Si vuole inoltre anche introdurre la possibilità di rinviare gli obiettivi di ripristino in caso di conseguenze socioeconomiche eccezionali.

Entro 12 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, la Commissione dovrà valutare l’eventuale divario tra le esigenze finanziarie del ripristino e i finanziamenti disponibili e studiare soluzioni per colmare tale divario, in particolare attraverso un apposito strumento UE.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it