La Giuria premia il progetto «L’Aquila. Città Multiverso» che propone un modello di valorizzazione del territorio e del patrimonio culturale, artistico e naturale. Un’occasione di rinascita dopo il terremoto del 2009.
Dopo giorni di trepidante attesa, finalmente si conosce il nome della Capitale italiana della Cultura 2026. Alla fine, tra le dieci città finaliste a prevalere è stata la candidatura de L’Aquila con il suo progetto dal titolo «L’Aquila. Città Multiverso». Ad annunciarlo il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano durante la cerimonia di proclamazione che si è svolta lo scorso 14 marzo presso la sala Spadolini.
Nelle motivazioni della scelta della giuria, presieduta dal giornalista e scrittore Davide Maria Desario, direttore dell’agenzia giornalistica Adkronos, si sottolinea che il dossier proposto « Mira al recupero dell’identità, puntando sulla cultura intesa come volano per la crescita e come elemento fondante di una comunità. »
Salute pubblica e benessere, coesione sociale, creatività e innovazione, sostenibilità socio-ambientale sono i quattro cardini del documento che si sviluppa su cinque assi portanti per la sua realizzazione: la multiculturalità, la multiriproducibilità, la multidisciplinarietà, la multinaturalità e la multitemporalità.
Il progetto ha anche il pregio di rendere protagonisti i giovani e coinvolgere un numero rilevante di realtà, creando un forte collante con i territori circostanti. Inoltre, si legge sempre nella motivazione «Il budget previsto è coerente con gli obiettivi e la strategia di spesa indicata è destinata ad avere un importante effetto moltiplicatore».
Indubbiamente, oltre al valore intrinseco del progetto presentato, la scelta de L’Aquila ha un forte valore simbolico. Sulle macerie del terremoto del 2009, di cui ricorrono il 15 anni tra poco, è stato ricostruita non solo una città ma un tessuto sociale. A sottolinearlo, il sindaco de L’Aquila Pierluigi Biondi, che ha commentato così dopo la proclamazione «È un onore reso non solo alla nostra città ma a tutto il territorio dell’intero Abruzzo, alle aree appenniniche, al centro dell’Italia. La questione delle aree interne rappresenta, con la questione meridionale, la sfida del domani dell’Italia. Questa vittoria non è un risarcimento ma rappresenta un elemento intorno a cui ricostruire. La cultura è un elemento fondamentale della nostra ricostruzione. Saremo all’altezza del compito che ci affidate.».
Va ricordato che la Capitale italiana della cultura, istituita nel 2014, è un titolo che viene conferito annualmente a una città dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro della cultura. Ad oggi, hanno ricevuto il riconoscimento: Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena (2015); Mantova (2016); Pistoia (2017); Palermo (2018); Parma (2020-21); Procida (2022); Bergamo-Brescia (2023); Pesaro (2024); Agrigento (2025).
In una ideale staffetta con Pesaro e Agrigento, L’Aquila diventa ora assegnataria di un contributo finanziario di un milione di euro per concretizzare gli obiettivi delineati nel progetto di candidatura che è stato premiato all’unanimità dalla Giuria.
Un encomio per le altre 9 città finaliste è arrivato dal Ministro Sangiuliano che ha dichiarato «Tutte queste città meriterebbero di essere le Capitali della cultura, vorrei che tutte fossero premiate per la loro bellezza. Ciascuna di queste città ha una storia importante».
Le città e i progetti candidati per Capitale italiana della cultura 2026 erano: Agnone (Isernia), «Agnone 2026: Fuoco dentro. Margine al centro»; Alba (Cuneo), «Vivere è cominciare. Langhe e Roero, un’altra storia»; Gaeta (Latina), «Blu, il Clima della cultura»; L’Aquila, «L’Aquila. Città Multiverso»; Latina, «Latina bonum facere»; Lucera (Foggia), «Lucera 2026: Crocevia di Popoli e Culture»; Maratea (Potenza), «Maratea 2026. Il futuro parte da un viaggio millenario»; Rimini, «Vieni oltre. Il futuro qui e ora»; Treviso, «I sensi della Cultura»; Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena), «Valdichiana 2026, seme d’Italia»
Il Presidente della giuria Davide Desario, concordando sulla qualità delle candidature proposte dalle città arrivate in finale, ha espresso la volontà di integrare il bando istituendo per quest’ultime un riconoscimento speciale «Accolgo pienamente e assumo l’impegno di trovare qualche forma per premiare tutte le città finaliste. Adesso vedremo come reperire le risorse, in modo da far vivere tutti questi progetti. »
Non un premio di consolazione simbolico dunque ma un impegno importante che amplia gli orizzonti e le prospettive della Capitale italiana della cultura.
A conferma di ciò, sempre il Ministro Sangiuliano ha annunciato l’imminente bando per la Capitale dell’Italia contemporanea previsto per il prossimo anno, pensato per le città medio-piccole e con la prospettiva di ospitare artisti contemporanei che poi lasceranno un’opera come traccia della loro esperienza.
Fonte: articolo di Francesca Liani