Disponibile il nuovo rapporto sul benessere equo e sostenibile (Bes) per l’anno 2021, curato dall’ISTAT.
Giunto alla nona edizione, il Rapporto Bes offre un quadro integrato dei principali fenomeni economici, sociali e ambientali che caratterizzano il nostro Paese, attraverso l’analisi di un ampio set di indicatori suddivisi in 12 domini.
Scopriamo quali sono i dati emersi da questo rapporto.
ISTAT: Rapporto Benessere Equo e Sostenibile 2021
Il Rapporto Bes dell’ISTAT è un ritratto in profondità dello stato del Paese, disegnato con cura dalla statistica ufficiale attraverso la lente del benessere dei cittadini.
Il benessere è, o dovrebbe essere, l’obiettivo finale delle politiche.
Il Rapporto Bes, con i suoi indicatori sull’Italia, oggi arrivati alla considerevole cifra di 153, rappresenta uno strumento fine ed esaustivo di misurazione del grado con cui le politiche producono, in concreto, cambiamenti sulla vita delle persone.
I dati sono organizzati nei grandi domini della salute, dell’istruzione e formazione, del lavoro, del benessere economico, delle relazioni sociali, della politica e delle istituzioni, della sicurezza, del benessere soggettivo, del paesaggio e del patrimonio culturale, dell’ambiente, dell’innovazione, ricerca e creatività, della qualità dei servizi.
Il progetto Bes, che ha portato il Paese a disporre di un sistema di misure del progresso reale in continua evoluzione, articolate per fasce di età, per genere, per territori sempre più dettagliati, per titolo di studio, permette di dare risposte puntuali e di insieme alla domanda, semplice e al tempo stesso difficilissima, “Come va la vita, in Italia?”.
Soprattutto, permette di mettere in luce le aree dove si manifestano diseguaglianze e consente di individuare i gruppi più svantaggiati, indirizzando su solide evidenze la domanda di politiche mirate.
Il quadro degli ultimi anni di pandemia
Il quadro di insieme è composito, ed è ancora adombrato dalla pandemia, sia sotto il profilo demografico, con una significativa riduzione della speranza di vita alla nascita nel 2020 a livello nazionale, che ha raggiunto punte drammatiche in alcuni territori, sia economico – un esempio per tutti, il forte calo dell’occupazione nelle attività culturali e creative – sia ancora ambientale, con la riduzione delle emissioni di CO2 conseguente alle prolungate chiusure di attività economiche e l’attenuarsi dell’inquinamento da PM2,5, che rimane, tuttavia, elevato e senza miglioramenti apprezzabili.
Molti divari si sono mantenuti, o addirittura allargati: dalla speranza di vita alla nascita, che recupera in buona parte al Nord nel 2021 ma diminuisce ancora nel Mezzogiorno, alla mortalità evitabile, che resta più elevata in molte regioni del Sud; dalla spesa dei comuni per la cultura, per la quale il divario territoriale è nettamente a vantaggio del Centro-nord, all’impatto degli incendi boschivi e dell’abusivismo edilizio, più forte nelle regioni meridionali.
La pandemia si è tradotta per lo più in arretramenti nel benessere della popolazione femminile: ad esempio, nei livelli di benessere mentale e di occupazione, soprattutto per le madri con figli piccoli.
Ma sono stati anche i bambini, gli adolescenti e i giovanissimi a pagare un altissimo tributo alla pandemia e alle restrizioni imposte dalle misure di contrasto ai contagi. Sono loro a richiedere, oggi e negli anni a venire, la massima attenzione da parte delle politiche, e in tal senso i dati e i corrispondenti indicatori non lasciano dubbi.
Il testo completo del Rapporto BES 2021
Maggiori dettagli sono disponibili nel testo completo del Rapporto, disponibile a questo link.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it