Ecco un breve focus sugli attuali investimenti del PNRR nell’area del Nord Est d’Italia, con una panoramica particolare su STEM, lingue e sfide relative al divario di genere occupazionale.
Il Ministero dell’Istruzione ha recentemente allocato i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in modo proporzionale alla popolazione studentesca di ciascuna scuola nel Nord Est d’Italia.
Sebbene questa distribuzione rifletta in parte i fabbisogni, l’assenza di ulteriori indicatori potrebbe non coprire appieno le esigenze specifiche di ogni territorio.
Il PNRR, attraverso la sua iniziativa “Nuove competenze e nuovi linguaggi”, si propone di investire in abilità digitali, comportamentali e applicative, integrando la componente culturale e teorica del sistema educativo italiano.
Il dettaglio delle risorse in ambito PNRR
L’accento sarà posto sul potenziamento delle materie STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), comprese le neuroscienze. Un corso obbligatorio di programmazione per tutti gli studenti è previsto, con un approccio innovativo alle lezioni per rendere l’apprendimento più coinvolgente.
L’investimento non si limita alle discipline STEM, ma si estende anche al potenziamento del multilinguismo, promuovendo la mobilità internazionale di docenti e studenti. Questa iniziativa risponde alle raccomandazioni dell’Unione Europea del 2020, che sottolineavano l’importanza di investire nell’apprendimento a distanza e nelle competenze digitali.
Il cronoprogramma del PNRR stabilisce che entro la fine del prossimo anno scolastico, almeno 8.000 scuole avranno avviato percorsi di orientamento STEM per gli studenti, e almeno mille corsi annuali di lingua e metodologia saranno erogati agli insegnanti entro il 30 giugno 2025.
Investimenti del PNRR nel Nord Est: focus su STEM, lingue e sfide di genere
Nonostante i progressi, la disparità di genere nelle opportunità di accesso e carriera nel mercato del lavoro rimane una sfida cruciale nel Nord Est. Il 62% di Veneto e Friuli-Venezia Giulia è al di sopra della media italiana, ma al di sotto della media europea del 65%, con il divario di genere persiste.
Queste perché purtroppo le donne italiane mostrano una minore propensione a intraprendere percorsi STEM, con solo il 25% delle donne che accetta questi percorsi al Nord (in linea con il resto d’Italia peraltro, il 28% Centro e il 24% al Sud).
Uno studio di Save the Children Italia ha evidenziato inoltre che, nonostante competenze simili, le ragazze hanno accesso limitato a percorsi tecnologici e scientifici a causa degli stereotipi di genere e delle influenze esterne.
Il Trentino Alto Adige
Nel panorama delle regioni del Nord Est, il Trentino Alto Adige si presenta come un contesto unico, caratterizzato da dinamiche particolari in termini di partecipazione delle donne alle professioni STEM. Sebbene i dati specifici possano variare, è importante analizzare come la regione affronti le sfide legate alla disparità di genere nel campo dell’istruzione e delle carriere scientifiche e tecnologiche.
Il Trentino Alto Adige, con la sua ricca diversità culturale e linguistica, potrebbe offrire un terreno fertile per promuovere un approccio inclusivo alle discipline STEM. Le politiche educative regionali, la presenza di istituzioni di eccellenza e l’attenzione alla parità di genere potrebbero contribuire a creare un ambiente favorevole alla partecipazione femminile in settori tradizionalmente dominati dagli uomini.
Veneto e Friuli
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it