corruzione-protocollo-anac-guardia-di-finanzaDisponibili i dettagli del protocollo firmato tra Anac e Guardia di Finanza “Misurare la corruzione”.


AnacGuardia di Finanza collaboreranno nell’ambito del progetto “Misurazione territoriale del rischio di corruzione e promozione della trasparenza” di Anac finanziato dai fondi europei del programma operativo nazionale (PON) Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020.

Lo prevede il protocollo firmato tra il presidente dell’Autorità Giuseppe Busia e il Comandante Generale della Gdf, generale Giuseppe Zafarana.

“Misurare la corruzione”: obiettivo del protocollo tra Anac e Guardia di Finanza

Obiettivo della collaborazione è la definizione, la valutazione, la sperimentazione e il monitoraggio di indicatori rilevanti per la misurazione dei fenomeni corruttivi a livello territoriale con particolare riferimento alle attività del Progetto finanziato dai fondi europei. Tale progetto punta proprio a disporre di una strumentazione per misurare la corruzione attraverso indicatori di rischio e di contrasto e a sviluppare una metodologia di riferimento in ambito europeo per la misurazione del rischio di corruzione.

Cosa prevede il protocollo

Il protocollo prevede che Anac e Gdf cooperino attraverso tre strade:

  • lo scambio di informazioni e la trasmissione dei dati finalizzati a implementare il sistema degli indicatori previsti ai fini dell’attuazione del Progetto di misurazione della corruzione nel rispetto del segreto delle indagini penali e della riservatezza delle istruttorie contabili, del diritto interno e dell’Unione in tema di trattamento dei dati nonché delle rispettive eventuali linee di indirizzo interne;
  • la costruzione di un set di indicatori territoriali su rischio e contrasto della corruzione;
  • la promozione e organizzazione di incontri, conferenze e seminari di carattere formativo nonché di studi e progetti di ricerca nelle materie oggetto di collaborazione.

Dichiarazione del Presidente Anac Busia

Misurare l’effettività della corruzione nel nostro Paese è fondamentale, e questo è già una forma di prevenzione, e uno indispensabile strumento per elaborare strategie adeguate per combatterla. Serve anche a pesarne i costi, quindi conviene sviluppare indicatori di misurazione affidabili e adeguati. Infine è fondamentale per dare all’estero un’immagine reale dell’Italia, non affidata solo a quello che si percepisce, ma fondata su dati oggettivi. La corruzione non è esente da una certa incidenza statistica. Quando c’è del malaffare ci sono alcune circostanze che ricorrono di frequente. Utilizzando le informazioni contenute in varie banche dati, l’Autorità punta pertanto a individuare una serie di ‘indicatori di rischio corruzione’, peraltro in coerenza con quanto previsto dal Pnrr per il miglioramento dell’efficacia della lotta contro la corruzione”, afferma Busia.

Le ‘red flag’

L’obiettivo in sostanza è individuare delle ‘red flag’ che si accendano quando si riscontrano una serie di anomalie (un po’ come le spie del cruscotto di un’auto o i software di rilevazione di un antivirus). Alla data di gennaio 2022 sono stati identificati ben 71 indicatori per la misurazione e il contrasto della corruzione, suddivisi in 3 aree tematiche distinte:

  • 1) Indicatori di contesto (49 indicatori articolati in 4 ambiti (Criminalità, Istruzione, Economia e territorio, Capitale Sociale);
  • 2) Indicatori sugli Appalti (17 indicatori) incentrati sulla banca dati nazionale dei contratti pubblici di ANAC;
  • 3) Indicatori ‘comunali’ relativi ai Comuni sopra 15.000 abitanti (5 indicatori).

Il testo completo del Protocollo

A questo link il testo completo del Protocollo.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it