Il 20 dicembre 2024, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha firmato un importante decreto che stabilisce i criteri per la distribuzione di un fondo di 160 milioni di euro, destinato al contrasto del consumo di suolo.


L’iniziativa mira a finanziare interventi mirati alla rinaturalizzazione dei suoli che versano in condizioni critiche, sia in aree urbane che nelle zone periferiche delle città.

L’operazione coinvolge in modo attivo tutti gli enti territoriali, con l’obiettivo di accelerare l’attuazione degli interventi e di affrontare in maniera efficace il crescente problema del degrado urbano e periurbano in Italia.

Contrasto al consumo di suolo: nuovi fondi dal MASE

Le risorse del fondo da 160 milioni di euro saranno ripartite tra le diverse Regioni e Province autonome secondo parametri precisi e mirati. Tra i fattori che influenzeranno la distribuzione vi sono la superficie territoriale maggiormente interessata dai problemi di degrado ambientale, la densità di popolazione nelle aree colpite e la quantità di suolo consumato, ovvero l’area che ha subito trasformazioni irreversibili a causa di interventi edilizi, infrastrutturali o industriali. Questi parametri consentono di indirizzare i fondi verso le aree più bisognose di interventi urgenti per il recupero e la protezione del suolo, con particolare attenzione ai contesti urbani e periurbani, dove il degrado ambientale è spesso più marcato.

Un aspetto particolarmente innovativo di questo decreto riguarda la semplificazione dei processi di programmazione e gestione degli interventi. Per velocizzare l’attuazione dei progetti e garantire un utilizzo più flessibile dei fondi, è stato introdotto il meccanismo degli accordi di programma tra le Direzioni generali regionali e la Direzione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). Questo sistema permette un aggiornamento continuo e tempestivo delle linee guida e dei progetti finanziati, consentendo anche modifiche rapidi se necessario, per rispondere in tempo reale a eventuali imprevisti o cambiamenti nelle esigenze locali.

Le due fasi

La distribuzione delle risorse avverrà in due fasi successive, progettate per garantire una gestione trasparente e accurata dei fondi. La prima fase prevede una valutazione preliminare da parte delle Regioni, che avranno il compito di esaminare le richieste di finanziamento avanzate dagli enti locali e determinare l’ammissibilità delle proposte in base ai criteri stabiliti dal decreto. Sarà quindi possibile selezionare gli interventi che rispondono meglio alle necessità ambientali e sociali di ogni area.

Una volta completata questa fase di valutazione, si passerà alla seconda fase, che consiste in un’istruttoria tecnica condotta dalle Autorità di bacino distrettuali. Questi enti, che hanno il compito di gestire e proteggere le risorse idriche e ambientali, svolgeranno una funzione di supervisione, assicurandosi che i fondi siano allocati in modo corretto e che gli interventi rispettino i requisiti ambientali e tecnici previsti. Questo passaggio è fondamentale per evitare mal utilizzi e garantire che ogni progetto risponda alle reali necessità del territorio, ottimizzando l’efficacia degli interventi e riducendo il rischio di sprechi.