consulta-bonifica-siti-contaminatiUna recente sentenza della Consulta affronta il tema della delega delle procedure operative ai comuni e alle province in materia di bonifica dei siti contaminati.


Nello specifico con la sentenza numero 160/2023 della Corte Costituzionale si affronta il delicato tema dell’inquinamento ambientale e della responsabilità di bonifica dei siti coinvolti.

Una legge regionale della Lombardia, impugnata in tribunale, aveva infatti assegnato alle amministrazioni comunali la responsabilità di gestire la bonifica dei luoghi inquinati.

Tuttavia, secondo la legge nazionale (articolo 242 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152), questa responsabilità spettava esclusivamente alle Regioni.

La questione è stata pertanto portata davanti alla Corte costituzionale dal Tribunale amministrativo regionale per la Lombardia, sezione staccata di Brescia.

La normativa in materia di siti contaminati

In genere l’avvio di un procedimento di bonifica è legato al verificarsi di un evento potenzialmente in grado di contaminare un sito o al rinvenimento di una contaminazione storica.

Una volta effettuate le indagini preliminari e, qualora necessaria la caratterizzazione, il sito viene dichiarato non contaminato se non sono registrati superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC), o potenzialmente contaminato nel caso si sia verificato il superamento delle CSC anche per un solo parametro.

I siti non contaminati escono così dalla procedura senza alcuna necessità di ulteriori interventi, mentre per i siti potenzialmente contaminati che hanno concluso la fase di caratterizzazione è applicata la procedura di analisi del rischio sito-specifica.

Qualora sia accertato il superamento delle soglie di contaminazione il sito è dichiarato contaminato e deve essere presentato, approvato ed eseguito un intervento di bonifica\messa in sicurezza che consenta di minimizzare e ricondurre ad accettabilità il rischio derivante dallo stato di contaminazione presente.

La Consulta si pronuncia sulla bonifica dei siti contaminati

Secondo i giudici, in sintesi, la normativa regionale è in contrasto con la Costituzione italiana. Questo perché la Costituzione stabilisce che in alcune materie, tra cui la tutela dell’ambiente, la competenza legislativa spetta esclusivamente allo Stato centrale.

In sostanza, la Corte costituzionale ha dichiarato che la legge regionale lombarda risulta incostituzionale perché assegna alle amministrazioni comunali responsabilità che spettano alle Regioni in materia di protezione dell’ambiente e dei siti contaminati.

Gli articoli 198 e 242 del Codice dell’Ambiente, nel disciplinare le procedure operative ed amministrative in materia di siti contaminati, attribuiscono infatti alle Regioni il compito di approvare tutti gli atti della procedura, previa convocazione di un’apposita conferenza di servizi.

Il testo completo della Sentenza

Potete consultare qui di seguito il documento completo.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it