Nel 2022 è cresciuto il consumo di suolo in Italia, con Lombardia, Veneto e Campania in testa: ecco cosa succede.
Secondo un recente report, è cresciuto il consumo di suolo nel nostro Paese, con valori molti diversi tra le varie regioni.
Nel 2022, la crescita a livello nazionale è stata del 10% in più rispetto al 2021.
Ecco cosa succede e quali sono le regioni che consumano più suolo.
Aumentato il consumo di suolo in Italia: ecco nel dettaglio
Il recente report di Ispra (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha mostrato un aumento del 10%, nel 2022, sul consumo di suolo in Italia, rispetto all’anno precedente.
Ci sono, però, molte differenze a livello regionale.
Tre le regioni con un consumo maggiore, troviamo Lombardia (12,16%), Veneto (11,88%) e Campania (10,52%).
La Lombardia ha il primato in termini assoluti, con oltre 290mila ettari del suo territorio coperto artificialmente. Occorre sottolineare, inoltre, che il 13,5% delle aree artificiali italiane è in questa regione.
Seguono Emilia-Romagna, Puglia, Lazio, Friuli-Venezia Giulia e Liguria, con valori sopra la media nazionale, compresi tra il 7% e il 9%.
La regione con la percentuale più bassa rimane la Valle d’Aosta (2,15%), ma, come ricordato dall’Ispra, oltre ai dati percentuali, bisogna tenere conto anche delle diverse morfologie del territorio e della sua evoluzione.
Invece, le regioni dove sono avvenuti i maggiori incrementi, in termine di suolo netto in ettari, nell’ultimo anno sono: Lombardia (+908 ettari), Veneto (+739 ettari), Puglia (+718 ettari), Emilia-Romagna (+635 ettari) e Piemonte (+617 ettari).
Cosa succederà nei prossimi anni?
Nel rapporto di Ispra, si sottolinea come la tendenza evidenziata da questi dati
“sarà difficile da contenere, in ottica degli obiettivi di sviluppo sottoscritti dal nostro Paese in ambito comunitario e internazionale”.
Inoltre, la densità con la quale avvengono questi cambiamenti continua ad essere un trend in crescita negli anni, nonostante diminuisca il territorio a disposizione e si continui a insistere sulle stesse regioni.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it