In Sicilia è stata approvata una nuova legge che prevede l’assunzione diretta per le donne vittime di violenza e gli orfani di femminicidio.
La violenza sulle donne è uno dei temi più caldi degli ultimi mesi, soprattutto dopo l’ennesimo femminicidio, quello di Giulia Cecchettin.
Nella regione Sicilia, è stata approvata una nuova legge che prevede l’assunzione con chiamata diretta e personale, per le donne vittime di violenza.
La modalità dell’assunzione diretta è stata introdotta dalla Legge n°608/96, poi modificata dal Decreto legge n°297/02. Consiste nel permettere l’assunzione di tutti i lavoratori per qualsiasi lavoro, a prescindere dal contratto, che può essere indeterminato, determinato, part-time, etc.
Vediamo allora di cosa si tratta.
Assunzione diretta per donne vittime di violenza: cosa prevede la nuova legge della Sicilia
Lo scorso 9 gennaio, è stata approvata in Assemblea regionale, la nuova legge per aiutare le donne vittime di violenza, frutto di un accordo bipartisan.
Dopo una sessione di bilancio e una seduta in aula di 24 ore, l’Assemblea ha approvato la legge di stabilità regionale e il bilancio della Regione.
La Manovra prevede una spesa complessiva di oltre un miliardo di euro.
La nuova legge prevede che le donne vittime di violenza, che hanno subito deformazioni o sfregi permanenti al viso e gli orfani di femminicidio possano essere eleggibili per assunzioni dirette.
Si tratta di un’estensione di una legge regionale esistente, che prevedeva già gli stessi benefici per le vittime di mafia.
La normativa è stata promossa da diverse entità pubbliche, inclusi la Regione siciliana, enti locali, aziende sanitarie e istituti sotto la loro supervisione.
L’iniziativa si pone come un ponte verso la giustizia sociale, che riconosce il bisogno di supportare attivamente gli individui colpiti da tragedie personali, proprio come la violenza sulle donne.
Grazie all’offerta di opportunità lavorative dirette, la legge punta a facilitare la reintegrazione sociale delle vittime e a tracciare un percorso concreto verso la stabilità economica e l’autosufficienza, spesso difficili dopo episodi di violenza, fisica e psicologica.
Come precisato, inoltre, la proposta nasce dalla
“necessità di lavorare sia sul fattore culturale che sulla cosiddetta percezione del problema concernente la violenza sulle donne, considerato il continuo aumento delle vittime di femminicidio nel territorio regionale”.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
Salve questo articolo è importante, essendo io in primiss sono vittima di violenza, cordiali saluti grazie