Legambiente ha fatto uscire il report Animali in città, sulla gestione degli animali nei centri urbani. Ecco cosa è emerso.
Legambiente ha elaborato il report “Animali in città”, un’indagine sulla gestione degli animali nei centri urbani.
Basandosi sui dati del 2020 e col coinvolgimento di 656 amministrazioni comunali e 50 aziende sanitarie, Legambiente ha stilato un rapporto sulla gestione degli animali nei comuni.
Vediamo cosa è emerso.
Animali in città: la metodologia del report
Animali in città è un report di Legambiente che valuta le performance delle Amministrazioni comunali e delle Aziende sanitarie locali, offerte ai cittadini che hanno animali d’affezione. Il report fa anche un focus sulla convivenza tra cittadini e animali padronali e selvatici.
Per poterlo stilare, è stata fatta un’indagine sull’Anagrafe degli animali d’affezione, presente in tutte le regioni, tramite i Servizi veterinari delle Aziende sanitarie locali. Sono, infatti, poche le anagrafi gestite dalle Amministrazioni comunali.
Legambiente ha inviato uno specifico questionario, composto da 27 domande, alle Amministrazioni comunali. Più un altro questionario, composto da 20 domande, alle Aziende sanitarie locali italiane.
Gli indicatori del report
Per le Amministrazioni Comunali, sono stati considerati 9 indicatori:
- La presenza di una disciplina relativa alla corretta detenzione degli animali in città, con specifiche sanzioni per gli illeciti;
- Un regolamento finalizzato alla prevenzione e al contrasto del randagismo e delle agevolazioni fiscali e/o sostegni economici per chi adotta cani e gatti nelle strutture comunali;
- La presenza di un regolamento o di un’ordinanza che preveda sostegni economici per chi sterilizza il proprio cane o gatto. Ma anche degli oneri fiscali per chi non lo fa;
- Presenza di una disciplina relativa agli animali d’affezione negli uffici o nei locali aperti al pubblico;
- Un regolamento che faciliti e consenta il rispetto dell’obbligo di legge di incenerimento, tumulazione, inumazione e cremazione degli animali d’affezione;
- Un regolamento che disciplini la presenza di spiaggia libera, dove recarsi insieme ai propri animali d’affezione (oppure dare facoltà ai gestori di accoglierli negli stabilimenti balneari);
- Una disciplina che rafforzi il contrasto alla detenzione e all’utilizzo di esche e bocconi avvelenati nel territorio comunale;
- Un regolamento che disciplini l’arrivo e la sosta di spettacoli che utilizzano animali, con una cura particolare per il loro benessere e per la sicurezza pubblica;
- Un regolamento che disciplini l’utilizzo di botti e fuochi d’artificio.
Animali in città: ecco il risultato del report
Al questionario inviato da Legambiente hanno risposto, in modo completo, 1107 Amministrazioni Comunali, solo il 13,8% del campione complessivo e, in modo parziale, altre 1087 Amministrazioni.
Per quanto riguarda le Aziende sanitarie locali, sono arrivate 80 risposte in modo completo (il 54,4% del campione totale) e, in modo parziale, 24 risposte.
L’analisi è stata fatta solo sugli Enti che hanno risposto in maniera completa.
Dal report è emerso che il 39,3% delle Amministrazioni Comunali ha attivato l’assessorato e/o l’ufficio appositamente dedicato al settore, mentre il 98,7% delle Aziende sanitarie locali ha dichiarato di avere almeno un canile sanitario e/o un ufficio di igiene urbana veterinaria.
Dal rapporto, quindi, possiamo constatare che ci sia bisogno di maggiore efficienza nelle anagrafi animali, poiché mancano diversi dati sulle colonie feline e sul randagismo. Inoltre, non esiste ancora un’Anagrafe unica nazionale obbligatoria, che permetterebbe una maggiore pianificazione e organizzazione sul territorio e dei servizi migliori per i cittadini.
Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, ha inoltre evidenziato un problema di censimento della biodiversità animale:
“Il livello di conoscenza della biodiversità animale che abita sempre più spesso i territori urbanizzati è ancora troppo scarso. Eppure sarebbe molto importante monitorare tutto il variegato mondo animale, ricchissimo in termini quantitativi e qualitativi, che abita le case della nostra regione, sia in quanto valore naturale da promuovere sia per le nuove esigenze, sanitarie e di sicurezza che la convivenza tra uomini e animali comporta”.
Animali in città: quali sono le richieste di Legambiente
Insieme al report, Legambiente ha stilato alcune richieste per migliorare le condizioni degli animali, sia d’affezione che randagi, per i prossimi anni.
Ecco le richieste:
- Approvare e far entrare in funzione, entro il 2022, l’Anagrafe Unica Nazionale per tutti gli animali d’affezione e da compagnia;
- Agevolare la sottoscrizione di 1000 accordi o patti di comunità per costruire reti e alleanze tra le amministrazioni pubbliche e i soggetti privati per la tutela e la cura degli animali d’affezione e selvatici, entro il 2025;
- Entro il 2030, arrivare a 10mila veterinari pubblici, assunti a tempo indeterminato;
- Inaugurare, entro il 2030, 1000 strutture veterinarie pubbliche (canili e gattili sanitari e ospedali veterinari);
- Realizzare, entro il 2030, un’area cani ogni 1000 cittadini residenti;
- Aumentare il rispetto delle regole di civile convivenza, usufruendo della vigilanza volontaria da formare e aggiornare con 15’000 guardie ambientali e zoofile volontarie, entro il 2030.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it