Un appello per perorare la causa dell’accessibilità ai centri storici per i portatori di handicap: un principio che rimane, troppo spesso, applicato in modo non conforme.
Accessibilità ai centri storici per i portatori di handicap. In Italia esistono dei precetti che consentono di mettere in atto dei piani di accessibilità per aiutare la mobilità delle persone con disabilità.
Ad esempio la Convenzione O.N.U. sui diritti delle Persone con disabilità, ratificata dal Parlamento italiano nel 2009, sostiene il principio dell’accessibilità come la capacità e la possibilità di accedere a uno spazio, di muoversi liberamente al suo interno e di usufruire di servizi in maniera indipendente, al pari delle persone che non hanno limitazioni.
Peccato che, in molti casi, queste norme rimangano “lettera morta”.
Per questo motivo abbiamo deciso di perorare la causa e pubblicare un appello ricevuto dalla notra redazione nei scorsi giorni. Questo delicato argomento, infatti, merita quantomeno maggiore attenzione e disponibilità da parte di politica e istituzioni.
Accessibilità ai centri storici per i portatori di handicap: la lettera con l’appello
Qui di seguito potete leggere il testo completo della lettera giunta alla nostra Redazione.
Cara Redazione,
scrivo a voi nella speranza di trovare accoglienza riguardo un problema che sta frenando la mobilità dei portatori di handicap.
Quasi tutte le città d’Italia con ZTL sono dotate di telecamere, per evitare accessi impropri.
Questo sistema di controllo va diffondendosi anche nei piccoli centri.
Come tutti sanno i portatori di handicap hanno il diritto di accedere alle zone interdette al traffico esponendo ben visibile attraverso il parabrezza anteriore l’apposito tagliando azzurro.
Peccato che le telecamere riprendano la parte posteriore delle auto.
Da alcuni anni ogni volta che un portatore di handicap incappa nel sistema di videosorveglianza deve sobbarcarsi l’onere sia in termini di tempo, sia in termini di spesa per dimostrare di avere libero accesso, producendo una quantità notevole di documenti.
Va considerato altresì che la documentazione richiesta varia da comune a comune.
Possibile che non si possa creare una banca dati nazionale delle targhe autorizzate.
Una persona con disabilità, se desidera visitare città d’arte e luoghi di cultura, a fronte delle difficoltà sopra descritte, probabilmente vi rinuncerà.
Sono convinto che sia giunto il momento di mettere fine a questa situazione che, in contrasto con l’orientamento politico-sociale in materia di abbattimento delle barriere architettoniche, sta complicando la vita di chi, anche nella malattia, lotta ogni giorno per essere libero e autonomo.
Grazie
Antonio Montoro di Biella
Io ormai non riesco più ad accedere neanche a casa mia