La politica di coesione è il principale pilastro del bilancio dell’Ue per gli investimenti: il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo di coesione e il Fondo sociale europeo formano nel loro insieme oltre un terzo del bilancio totale dell’Ue. Il nuovo periodo di programmazione (con dotazione finanziaria di 351 miliardi di euro) ha visto l’introduzione di una riforma di vasta portata finalizzata a portare a compimento la strategia Europa 2020 e ad una migliore gestione dei fondi. Ogni regione dovrà destinare una quota sostanziale del FESR all’innovazione e alla ricerca, all’agenda digitale, al supporto alle piccole e medie imprese e al passaggio ad una economia a basse emissioni di carbonio. Il FSE con un dotazione minima di 80 miliardi di euro sarà destinato a combattere l’esclusione sociale, migliorare la qualità dell’istruzione e modernizzare le amministrazioni pubbliche, e comprenderà iniziative mirate al sostegno dell’occupazione giovanile. Nel quadro della politica di coesione europea l’Italia gestirà circa 50 programmi operativi e riceverà circa 32,8 miliardi di euro di cui 22,3 miliardi destinati alle regioni meno sviluppate (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia), 1,1 miliardi alle regioni in transizione (Sardegna, Abruzzo e Molise), 7,7 miliardi alle regioni più sviluppate (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria e Lazio). 1,1 miliardi saranno destinati alla cooperazione territoriale europea e 567,5 milioni  all’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile.
Le domande di finanziamento devono essere presentate all’autorità nazionale o regionale che gestisce il programma in questione. I recapiti delle autorità di gestione sono disponibili sul sito Web della DG REGIO  e sul sito Web dell’FSE.

 

Fonte: AICCRE – Associazione italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa

 

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