I dati sull’imprenditoria giovanile rivelano come in Italia la crisi e le difficoltà di accesso al credito stiano affossando le imprese under 35.
In Italia le imprese guidate dagli under 35 non hanno vita facile, tanto che la media nazionale delle chiusure delle aziende giovanili è del 2,6%. Una situazione ben peggiore viene registrata in Emilia Romagna, dove a chiudere nell’ultimo anno sono state 1.430 imprese guidate da giovani, percentuale pari al 3,9% (dati Unioncamere). Regione in cui le imprese nelle quali la maggioranza dei soci non ha più di 29 anni o sono costituite totalmente da giovani fino ai 35 anni rappresentano solo l’8,5% del totale, contro l’11% della media italiana.
A creare una ambiente ostile è sia il perdurare della crisi economica che la difficoltà di accesso al credito, che colpiscono prima di tutto le nuove imprese meno strutturate. Tra le regioni italiane, l’unica che fa registrare un saldo positivo di imprese guidate da under 35 è il Trentino Alto Adige (+0,3%), mentre in Lombardia e Veneto si registra una certa stabilità. A fare peggio dell’Emilia Romagna c’è solo il Piemonte che nell’ultimo anno ha visto chiudere il 4,2% delle imprese giovanili. Diversamente al Sud l’imprenditoria giovanile cresce con percentuali a due cifre, essendo l’auto-impiego una delle soluzioni più diffuse per trovare occupazione.
Dal punto di vista della forma giuridica, a farla da padrone sono le ditte individuali, mentre le società di capitale sfiorano il 12%. A livello settoriale, gli under 35 operano soprattutto dei settori della ristorazione, dell’informazione e comunicazione, dell’informatica e sempre meno nella filiera delle costruzioni, in agricoltura e nel manifatturiero.