Consegnati a Roma i premi della XXII edizione di “Comuni Ricicloni”: sono 1.520 i comuni campioni nella raccolta differenziata dei rifiuti, per quasi 10 milioni di abitanti, il 16% dell’Italia che oggi ricicla e differenzia i rifiuti alimentando l’industria virtuosa del riciclo e del riuso, la cosiddetta “economia circolare”, parte di una nuova Green Economy che nel settore del riciclo e ridisegno dei prodotti vede 150 mila occupati.
I Comuni Ricicloni quest’anno sono 192 in più e raggiungono la cifra di 1.520 municipi distribuiti in gran parte nel Nord-Est del Paese (Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige sono le regioni con la più alta concentrazione di Comuni Ricicloni), con la novità della sostanziosa crescita delle località del Centro-Sud che vede aumentare i comuni virtuosi dal 18 al 25% del totale nazionale. Crescono in particolare nelle Marche e in Campania: segno evidente che cambiare e innovare, anche in pochi mesi, è possibile e vantaggioso, anche introducendo premi e penalità, come l’ecotassa per i rifiuti avviati a discarica e sgravi tariffari a chi ricicla di più. Due delle misure che chiediamo di generalizzare a tutta Italia nel manifesto Italia rifiuti free.
“I 356 comuni ‘Rifiuti free’ – ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – rappresentano l’eccellenza nell’eccellenza. Sono quelli che oltre a essere ricicloni, nel corso del 2014 hanno prodotto meno di 75 chilogrammi a testa di rifiuto secco indifferenziato, mentre la produzione media pro capite nazionale si aggira sui 550 chili annui (e quella europea 510). Risultati ottenuti con ricette diverse ma con un denominatore comune: la responsabilizzazione dei cittadini attraverso una comunicazione efficace e con politiche anche tariffarie che premiano il cittadino virtuoso.
Grazie a Comuni ricicloni, è nata un’alleanza virtuosa tra cittadini e industria illuminata, protagonista della moderna economia circolare, per una grande riforma anti spreco e una Italia finalmente rifiuti free. Per completare questa rivoluzione però, occorre la volontà politica di replicare le buone pratiche già esistenti, realizzando tanti impianti per il riuso e il riciclaggio e per gestire al meglio i troppi rifiuti speciali che finiscono ancora nella rete delle ecomafie e dell’ecocriminalità. Ora la parola passa alla politica, cominciando dal parlamento e dal governo: tutta Italia può divenire “rifiuti free” nei prossimi 2 o 3 anni!”
“La prima novità della classifica di quest’anno – ricorda Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente che ha coordinato la giuria – sono le nuove acquisizioni, i nuovi ricicloni, in gran parte marchigiani e campani. Mentre il Piemonte e la Lombardia (con l’eccezione del mantovano) si sono fermate, metà virtuose e metà no. Parma è il primo capoluogo importante a divenire riciclone, mentre Milano va segnalata quale prima città oltre il milione di abitanti ad aver superato la soglia del 50% dei rifiuti a riciclo”.
Le esperienze di successo, dalla raccolta porta a porta al compostaggio domestico, sono quasi sempre supportate da una riduzione della tariffa sui rifiuti per chi separa bene i materiali e dalla promozione dei consumi responsabili: dal consumo dell’acqua del Sindaco rinunciando alle bottiglie di plastica, all’abbandono della pratica dell’usa e getta.
La dimensione demografica dei Comuni Rifiuti Free è ancora quella del piccolo comune con l’eccezione di Empoli (Fi), che conta 48.000 abitanti.
Nello specifico, la classifica dei comuni ricicloni 2015 (tutti i comuni che hanno raggiunto l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata), riguarda tutte le regioni con almeno un comune virtuoso per buona gestione del servizio di raccolta ed avvio a riciclo.
Con l’eccezione del Triveneto, le regioni del Nord Italia non brillano più: Lombardia e Piemonte sono abbondantemente surclassate dalle Marche e dalla Campania e tallonate da vicino dall’Umbria. Ormai la maggioranza dei comuni campani si avvicina alla soglia del 65%, con l’eccezione quasi unica del capoluogo. Complessivamente, il Sud erode ancora punti al Nord grazie alla Campania che incrementa i virtuosi del 15,3%, mentre il Centro si mantiene stabile grazie alle Marche che salgono ancora di un +9,5%: un Comune riciclone su quattro si trova quindi nel Centro-Sud. Da segnalare il caso di Salerno e Andria che pur rimanendo fuori della classifica sfiorano la soglia del 65%, e di Cosenza, capoluogo che sfiora il 60% di differenziata.
Durante la premiazione di Comuni Ricicloni 2015, Legambiente ha lanciato il Manifesto dei 1.500 comuni e dei cittadini ricicloni, per un’Italia rifiuti free e per un’economia circolare made in Italy (http://www.legambiente.it/manifesto-italia-rifiuti-free). Dieci proposte per un’Italia libera dall’emergenza rifiuti, perché capace di lasciarsi alle spalle le croniche emergenze e i conseguenti disastri ambientali grazie alle sempre più numerose esperienze di gestione sostenibile.
Occorre però replicare le buone pratiche di gestione su tutto il territorio nazionale, costruendo tanti impianti finalizzati alle attività di riciclaggio e riuso, facendo diventare il ciclo integrato dei rifiuti gerarchico anche sotto il profilo dei costi: serve un nuovo sistema di incentivi e disincentivi per fare in modo che la prevenzione e il riciclo siano più convenienti, anche economicamente, rispetto al recupero energetico e allo smaltimento in discarica.
Per ridurre gli smaltimenti illegali di rifiuti, speciali e non, poi deve essere completata la rete impiantistica ed è fondamentale aumentare la qualità e l’efficienza del sistema dei controlli ambientali, ancora troppo a macchia di leopardo sul territorio nazionale.
Nel dossier, presentato all’evento di premiazione, e nei video scaricabili dal sito www.ricicloni.it, sono presentate alcune esperienze esemplari, selezionate tra i vincitori dell’anno. Parma, che nel giro di 2 anni ha saputo non solo incrementare la differenziata, ma anche ridurre la produzione pro capite del 9%, è il primo comune con 200 mila abitanti ad aver superato il 65% di differenziata, un esempio per le città più grandi. Cosenza non ce l’ha ancora fatta a superare la soglia del 65%, ma, dopo Salerno, è la dimostrazione di come si riesca a raggiungere obiettivi significativi (il 59%, con un servizio efficace “porta a porta”) anche nei capoluoghi delle regioni in eterna emergenza.
Non mancano esempi di innovazioni, anche impiantistiche, dal basso, come il “compostaggio di comunità” di comuni come Seborga (Liguria) o Cuccaro Vetere (Campania), così come impianti innovativi di digestione anaerobica che precedono gli impianti di compostaggio della frazione organica. Oppure l’Adriatica Green Power (nelle Marche), capace di cominciare a dare una valenza economica all’economia del “riuso”, in questo caso degli elettrodomestici. Anche nella Terra dei Fuochi la Cooperativa Ventuno si sforza di promuovere il mercato legale dei sacchetti di plastica compostabili nella vendita nei mercati e nei negozi. Utili anche alla differenziata, ma soprattutto per dimostrare come sia possibile fare economia pulita e servizi ambientalmente efficienti dove più gravi sono le ferite del malaffare.
Comuni Ricicloni 2015 è stato realizzato da Legambiente con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. In collaborazione con Associazione nazionale Comuni Italiani, Assobioplastiche, Conai, FederAmbiente, Fise Assoambiente e Fise Unire, CiAl, Comieco, CoRePla, CoReVe, Ricrea, Rilegno, Centro di Coordinamento RAEE, Consorzio Italiano Compostatori e la rivista Rifiuti Oggi. Il dossier completo è disponibile su www.ricicloni.it