CNR: occorrono risorse adeguate e strutturali per ricerca e innovazione in un paese moderno. La FLC CGIL si mobiliterà convintamente per sottolineare al Governo l’importanza della Ricerca Pubblica.


La Ricerca pubblica italiana vive oggi un momento di grave difficoltà, dovuta a 15 anni di definanziamento, di tagli lineari analoghi a quelli effettuati in altri settori della Pubblica Amministrazione, inferti da Governi miopi, che non hanno riconosciuto alla Ricerca Pubblica, e più in generale a tutti i settori della conoscenza, il loro ruolo strategico per il futuro culturale ed economico del Paese.

 

Il riconoscimento di tale ruolo avrebbe consentito all’economia italiana, di adeguarsi a quella di altri Paesi Europei che, al contrario del nostro, hanno investito ingenti risorse in Ricerca&Innovazione e più in generale nella Conoscenza, permettendo alle loro economie di svilupparsi, investendo su settori all’avanguardia. E’ con questo quadro che il CNR, il più grande Ente di Ricerca pubblica italiano, multidisciplinare e diffuso su tutto il territorio italiano, deve fare i conti.

 

Per avere chiarimenti in merito alle criticità del Bilancio di previsione dell’Ente per l’esercizio finanziario 2019, e alle ipotesi di prelievo su alcune voci di finanziamento dei progetti di ricerca, la FLC CGIL, FIR CISL e UIL SCUOLA RUA hanno chiesto un incontro al Presidente, che si è tenuto il 24 ottobre 2018.

 

Nel corso dell’incontro, il Presidente ha evidenziato i complessi motivi per cui il CNR si trova, quest’anno, in una situazione finanziaria particolarmente critica:

 

  • il rinnovo del CCNL ha comportato un aumento del costo del personale di circa 18M€, che per il 2019 impegnerà circa il 90% del FOE;
  • la Legge 205/17 ha disposto che l’Ente cofinanzi con almeno il 50% le risorse previste in Finanziaria per la stabilizzazione di precari aventi i requisiti del D.Lgs 75/17 art. 20 C.1 e C.2, pari a 20 M€;
  • si è reso necessario l’accantonamento di 20 M€ per una controversia con il MIUR sulla rendicontazione di alcuni progetti PON, su cui l’Ente ha presentato ricorso;
  • il MIUR ha imposto il vincolo ad utilizzare i 34 M€ provenienti dalla reintroduzione della quota premiale nel FOE per la stabilizzazione di lavoratrici e lavoratori precari.

 

Per far fronte a queste difficoltà, nel corso del 2018 l’Ente è intervenuto pesantemente per ridurre le spese sul FOE, fatti salvi i costi del personale, per esempio operando accorpamenti di Istituti, riducendo i compensi per i direttori, vendendo alcuni immobili, riducendo la quota di affitti e operando, ove possibile, altri risparmi. Tuttavia, data l’entità del fondo disponibile, queste azioni non sono state sufficienti per consentire il pareggio di Bilancio, né lo sarà intraprendere azioni analoghe a quelle già intraprese nel 2017, quando, per pareggiare il Bilancio, fu necessario tagliare altre voci di spesa, che furono poi reintegrate quando si resero disponibili nuovi fondi.

 

Poiché il CNR, deve presentare entro novembre una documentazione congruente che attesti il pareggio di bilancio sulla base di fondi certi, è stata avanzata l’ipotesi di un prelievo sui fondi dei progetti esterni, che dovrebbe tener conto sia degli impegni già assunti per l’attività di ricerca che della tipologia dei progetti. Il Presidente ha assicurato che, per evitare che tale prelievo venga realizzato, sta sollecitando le forze politiche, il Ministro vigilante e il Governo tutto a stanziare maggiori risorse per la Ricerca, con incremento strutturale del FOE. A questo proposito, ha comunicato che il MIUR ha ipotizzato un incremento del FOE di 100 M€ a partire dal 2019 per tutti gli EPR.

 

Di questo era stato dato comunicato anche alle organizzazioni sindacali nel corso dell’incontro dell’11 ottobre 2018 dal viceministro Lorenzo Fioramonti. Il Presidente ha inoltre informato che, a seguito della dismissione di alcuni immobili non utilizzati, il MEF renderebbe disponibili circa 20M€ per la Ricerca. Ha anche riferito che a breve è previsto il DPCM per la ripartizione delle risorse previste nella Legge di Bilancio, in particolare all’art. 1 C. 1072. Al CNR saranno attribuiti, come parte del fondo di 600 M€ da ripartire in 10 anni, complessivi 31 M€, 6M€ come quota parte per il 2018 e 25M€ a partire dal il 2019. Infine, dovrebbero essere disponibili ulteriori 20 M€, grazie al finanziamento di alcuni PON e FISR.

 

Ovviamente, è prevedibile che, a fronte di nuove entrate, le contribuzioni previste in sede di Bilancio 2019, ed in particolare il prelievo sui fondi di progetti esterni, saranno evitate o ridotte al minimo, come già avvenuto nel Bilancio per il 2018. Tuttavia, l’entrata di queste risorse non potrà essere confermata prima del 30 novembre. Il Presidente ha quindi informato che, al fine di limitare al massimo l’impatto di queste misure sulla rete, il 23 ottobre ha incontrato i direttori degli Istituti per illustrare e discutere l’argomento. A seguito di questo incontro, è stata nominata una commissione, composta da alcuni direttori di istituto, che avrà il compito di proporre entità e modalità di prelievo che tengano conto anche del numero di stabilizzati per istituto.

 

La FLC CGIL, dopo aver preso atto delle difficoltà oggettive illustrate dal Presidente, ha ribadito come sia sempre più necessario e non rinviabile adottare azioni da parte di tutto il personale, coinvolgendo i Vertici dell’Ente, i direttori di Dipartimento e di Istituto per chiedere con forza al Governo risorse adeguate con un incremento significativo e strutturale del FOE.

 

Non è possibile accettare che, oltre alla gestione ordinaria, anche il costo del personale con contratto a tempo indeterminato debba gravare sui fondi di ricerca, che oramai sono quasi esclusivamente esterni e temporanei.

 

La FLC CGIL, che ha sostenuto fortemente la significativa mobilitazione del personale precario, ha da sempre sottolineato la necessità che il Governo metta al centro della propria agenda la Ricerca pubblica, non solo erogando risorse adeguate per l’assunzione di personale (è proprio a causa della discontinuità ed esiguità dei concorsi negli anni che il problema del precariato è esploso), ma anche per la valorizzazione professionale, in particolare di Ricercatori&Tecnologi e, più in generale, risorse significative e strutturali per la Ricerca Pubblica.

 

La FLC CGIL si mobiliterà convintamente per sottolineare al Governo l’importanza della Ricerca Pubblica.  La Ricerca deve tornare ad essere una delle principali voci di Bilancio del nostro Paese per mantenere un elevato livello culturale e scientifico che è, come gli altri Paesi Europei hanno ben compreso, il presupposto indispensabile anche per il rilancio dell’economia.