Finanziarie lacrime e sangue, batoste contributive, nuove tasse e tasse vecchie maggiorate pare non siano servite a niente. Per l’ennesima volta, la rilevazione dell’andamento del nostro debito pubblicocertifica il raggiungimento dell’ennesimo record negativo.

La Banca d’Italia, nel supplemento al bollettino statistico, spiega che la posizione debitoria delle amministrazioni pubbliche, a marzo, è aumentata di 12,8 miliardi di euro. Il nostro Paese, quindi, è indebitato per 2,120 miliardi.

Tale incremento – si precisa nel documento – è inferiore al fabbisogno delle Amministrazioni Pubbliche, pari a 17,8 miliardi, in ragione del decremento di 2,7 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (che, a fine marzo, ammontavano a 62,1 miliardi, contro i 45,9 dell’anno precedente). Altresì, è stato possibile contenere l’incremento del debito per un importo pari a 2,3 miliardi di euro grazie all’emissione di titoli sopra la pari, all’apprezzamento dell’euro e agli effetti della rivalutazione dei Btp indicizzati all’inflazione.

Considerando, infine, i raggruppamenti per macrosettori, il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 13,6 miliardi, quello delle locali è diminuito di 0,9 miliardi mentre quello degli enti di previdenza è aumentato di 0,1 miliardi.

FONTE: CGIA Mestre

debiti 2