Troppe tasse sulle imprese e un sistema inefficiente che tra il 2000 e il 2012 ha causato una perdita di Pil pari a 24 miliardi di euro. Ma l’autotrasporto resta essenziale per trascinare il Paese verso la ripresa: Confcommercio propone “10 azioni per far correre il Paese”.

Un fastidio, un problema da circoscrivere e limitare? Macché, fuor di retorica i trasporti sono tutt’altro: una leva per far competere il sistema delle imprese, e dunque, per far crescere la ricchezza del Paese. E’ ciò che emerge con forza dallo studio “Analisi e previsioni per il trasporto merci in Italia”, elaborato dall’Ufficio Studi Confcommercio e presentato in occasione del convegno “Trasportare la ripresa” svoltosi a Roma presso la sede nazionale della Confederazione. Premesso che su strada nel 2012 ha viaggiato il 45,2% delle merci, ovvero meno di quanto viene usualmente percepito, la ricerca sottolinea che le inefficienze del sistema dei trasporti nazionali hanno comportato tra il 2000 e il 2012 una riduzione complessiva di prodotto interno lordo pari a 24 miliardi di euro. Non a caso, nella classifica internazionale che misura l’apertura ai commerci globali l’Italia si piazza alla posizione numero 47, ben dietro Germania e Francia (decima e ventunesima) ma anche alle spalle di Spagna, Portogallo e Polonia). Altro fenomeno evidente che si può desumere dall’analisi è il fatto che i trasporti delle merci sono una sorta di lente di ingrandimento attraverso la quale cogliere le dinamiche economiche del Paese: essendo una variabile molto sensibile al prodotto interno lordo, non sorprende allora che se nel 2015 il Pil arretrerà del 7,3% rispetto ai valori precedenti alla crisi iniziata nel 2007, il trasporto merci subirà una contrazione del 20% (quello su strada addirittura del 27%). E con i tassi di crescita previsti per il 2015 (+0,9% per il Pil e +1% per il trasporto merci) per superare i rispettivi livelli del 2007, occorreranno, nove anni al primo e 23  al secondo. Non sorprende, ancora, leggere che nel periodo 2007-2012 i trasporti interni su gomma effettuati sul territorio nazionale dalle imprese italiane sono diminuiti del 27%, mentre quelli fatti da imprese estere sono cresciuti del 18%. Passando alle dolenti note del fisco, dallo studio emerge che il carico di imposte indirette che pesa sulle imprese è pari a più di sei volte il loro contributo al reddito nazionale, fatto che ne fa un prezioso Bancomat per le casse dello Stato e che riduce inevitabilmente la capacità competitiva dell’autotrasporto nazionale… Per questo, Confcommercio propone “10 azioni sul sistema dei trasporti per far correre il Paese” (vedi allegato, ndr) che vanno dalla definizione di un Piano nazionale vincolante per i Trasporti e la Logistica al rilancio delle Autostrade del Mare passando per l’istituzione di un “Registro internazionale” per le imprese di autotrasporto.

FONTE: Confcommercio

 

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