Prosegue il percorso, non privo di difficoltà, di attuazione dell’ agenda digitale italiana. Tra i prossimi test importanti per il governo c’è sicuramente l’attuazione del progetto riferito all’obbligo di fatturazione elettronica per i fornitori della Pa centrale, quello dell’anagrafe tributaria e quello sull’ identità digitale.
Il valore del digitale per la crescita di un Paese è stato più volte sottolineato, così come i ritardi che si trova ad affrontare l’Italia nelle strategie di digitalizzazione.
Nonostante le difficoltà il cammino dei processi di digitalizzazione continua ad andare avanti. Tra le realtà che si stanno muovendo maggiormente su questo fronte c’è sicuramente la Regione Umbria. Infatti, alcuni giorni fa l’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato, con 17 voti favorevoli e 6 astenuti, la legge regionale: “Norme in materia di sviluppo della società dell’informazione e riordino della filiera ICT (Information and Communication Technology) regionale”.
Parte del testo di legge è stato riservato alla razionalizzazione delle in house. Verranno istituiti due consorzi, Umbria salute e Umbria digitale a fronte delle sei società esistenti oggi. La riorganizzazione porterà con sé un consistente risparmio economico, si consideri che l’Umbria digitale consentirà di risparmiare circa 240 mila euro all’anno, un risparmio dovuto al passaggio da 9 consiglieri di amministrazione ad 1 amministratore unico e dalla riduzione da 10 ad 1 dei revisori dei conti.
Tra gli aspetti di maggior rilievo c’è l’istituzione del Data center regionale unitario (DCRU), si legge all’art. 5 comma 3: “Sono collocati nel DCRU tutti i sistemi server della Regione, delle agenzie e degli enti strumentali regionali, nonché degli altri organismi comunque denominati controllati dalla Regione medesima, delle aziende sanitarie e degli enti del servizio sanitario regionale”. Inoltre al comma 4 si legge: “Sono, altresì, collocati nel DCRU i sistemi server degli enti locali, e di altri soggetti pubblici, sulla base di specifici accordi attuativi con i soggetti interessati”. In questo senso la norma prevede un Piano di razionalizzazione dell’infrastruttura digitale dell’Umbria “per trasferire e consolidare nel DCRU i sistemi server esistenti dei soggetti di cui all’articolo 5, comma 3, entro diciotto mesi dalla data di adozione del Piano stesso.”
Altri aspetti chiave della norma sono quelli che riguardano l’identità digitale “[…]la Regione mette a disposizione e promuove l’impiego dei servizi infrastrutturali per l’identità digitale che possono contenere il profilo di autorizzazione degli utenti dei servizi telematici, abilitazione e delega per eventuali intermediari e soluzioni di firma elettronica avanzata nell’ambito della community network regionale ed in connessione al Sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale di cittadini e imprese[…]” e quelli riferiti agli open data: “catalogano tutti i dati pubblici di cui sono titolari, pianificano la loro pubblicazione implementando nei propri siti istituzionali una apposita sezione “open data” dedicata ai propri documenti e dati pubblici ed aperti resi disponibili senza necessità di autenticazione a cittadini e imprese, utilizzando formati aperti e che consentano l’elaborazione automatica da parte di sistemi informatici”, in questo caso si tratta di una modifica alla legge regionale 16 settembre 2011, n. 8 (Semplificazione amministrativa e normativa dell’ordinamento regionale e degli Enti locali territoriali).
Sembrerebbe, dunque, che qualcosa almeno a livello regionale si stia muovendo a differenza del contesto nazionale dove l’attuazione dell’agenda digitale stenta a decollare.
FONTE: www.mediapolitika.com