In dirittura d’arrivo il pacchetto di misure del Governo che, entro il 2015, dovrebbe permettere alle piccole e medie imprese un risparmio del 10% annuo sulla bolletta elettrica. Il decreto, infatti, sara’ probabilmente presentato verso meta’ maggio a Palazzo Chigi.
Taglio bolletta elettrica Pmi: decreto a metà maggio
E’ in dirittura d’arrivo il pacchetto di misure del Governo che, entro il 2015, dovrebbe permettere alle piccole e medie imprese un risparmio del 10% annuo sulla bolletta elettrica. Il decreto, infatti, sara’ probabilmente presentato verso meta’ maggio a Palazzo Chigi. Le misure che si tradurranno in una serie di provvedimenti prevedono, oltre ad un decreto, alcune disposizioni ministeriali e alcuni nuovi indirizzi rivolti all’Autorita’ per l’Energia per rivedere gli oneri di sistema. L’importo da reperire per rendere questa operazione possibile e’ tra gli 1,2 e gli 1,5 miliardi di euro su base annua. Le misure che i tecnici stanno mettendo a punto prevedono interventi sugli oneri generali di sistema che gravano sulla bolletta, sulle tasse, sugli incentivi e sui sussidi indiretti. Si tratta, quindi, di tante voci che vanno riviste e che vanno riequilibrate e che aggiunte le une alle altre dovrebbero permettere all’esecutivo di varare quel pacchetto di misure per rendere le pmi piu’ competitive. ”Oneri fiscali, oneri parafiscali come il vecchio Cip6, e costi relativi alle reti -ha rivelato oggi il presidente dell’Autorita’ per l’Energia, Guido Bortoni, in un’intervista a ‘La Stampa- sono tre voci non legate al prezzo di mercato dell’energia. E fanno assieme il 50% della bolletta elettrica. Nel 2013 i soli oneri parafiscali hanno pesato complessivamente per 13,7 mld di euro sulle bollette”. Complessivamente il costo della bolletta elettrica nazionale varia tra i 42 e i 45 mld l’anno: di questi circa un terzo, tra i 12 e i 15 mld, viene pagato dalla piccola e media industria che e’ l’unico soggetto che non usufruisce di alcun tipo di sussidio. Al contrario paga nella propria bolletta il sostegno alle famiglie meno abbienti, alle grandi imprese energivore, ai produttori da fonti rinnovabili, a quelli da fonti fossili ‘assimilate’, ai gestori delle reti, alla Ferrovie e persino al Vaticano e a San Marino. L’obiettivo del Governo, come ha sottolineato lo scorso 27 marzo davanti alle Commissioni Industria e Attivita’ produttive di Camera e Senato il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, e’ quello di eliminare le inefficienze, i costi impropri e le rendite ingiustificate. Il tutto per garantire alle pmi ”una riduzione permanente in bolletta di almeno 1,5 mld di euro”. E proprio per raggiungere questo obiettivo si lavora su ”un ampio spettro di voci”: ”occorre intervenire, nel rispetto delle funzioni dell’Autorita’ di regolazione e in piena collaborazione con essa, per ridurre o eliminare extraprofitti ingiustificati o sussidi non piu’ necessari, inclusi quelli alle fonti fossili, cosi’ come occorre bilanciare meglio il peso di alcuni oneri relativi all’utilizzo delle reti e alla getione delle fonti intermittenti”. Per reperire i circa 1,5 mld di euro su base annua si punta a chiedere a chi ha ricevuto piu’ benifici di rinunciare a una parte di essi a favore di chi fino ad oggi ne ha pagato la maggior parte e che ha piu’ bisogno di ridurre il costo-energia per essere competitivo. Tra le voci sulle quali potrebbero concentrarsi gli interventi c’e’ quella che pesa di piu’ in bolletta, ossia quella degli incentivi alle fonte rinnovabili che pesano quasi 93 miliardi all’anno e che potrebbero essere spalmati su piu’ anni per ridurre il peso. Spalmando gli incentivi al fotovoltaico su piu’ anni, 30 invece di 20 anni ad esempio, come ipotizzato da esperti del settore, si potrebbe ottenere una riduzione tra i 400 e i 700 mln di euro. Ma non solo. Tra gli interventi ipotizzabili ci potrebbe essere anche una revisione della remunerazione del servizio di interrompibilita’ dal quale potrebbero derivare altri 100-150 milioni di euro. Allo studio ci sarebbe anche la revisione dei regimi speciali e delle agevolazioni di cui godono.Nel mirino potrebbero esserci i 300-400 mln di euro l’anno destinati alle Ferrovie dello Stato che godono appunto di una tariffa speciale: un sussidio che risale al 1962 quando l’Enel acquisi’ le centrali idroelettriche e geotermiche che il gruppo Fs deteneva e i segmenti di rete che allora appartenevano alle Ferrovie. Un sussidio questo, che per 52 anni non e’ mai stato ritoccato, ma che questa volta potrebbe essere rivisto. Dalle riduzioni delle agevolazioni di cui godono Vaticano e San Marino, invece, si potrebbero ricavare tra i 10 e i 30 milioni. Dagli interventi sulle Reti interne di utenza e Sistemi efficienti di turno, oggi esonerati dal pagamento degli oneri generali di sistema, invece, sottolineano esperti del settore, si potrebbero ricavare circa 50 mln rimodulando le esenzioni. Tra le leve possibili per alleggerire la bolletta delle pmi, ci sono quelle legate al costo dello smantellamento delle centrali nucleari (Latina, Caorso, Trino Vercellese, Garigliano) che ammonta complessivamente a circa 150 mln. Negli oneri parafiscali, ha sottolineato Bortoni, ”ci sono diverse voci che potrebbero essere ridotte per ridare spazio alla componente di mercato della spesa energetica, anche se l’Autorita’ da sola non puo’ farlo. Ad esempio un’agevolazione di cui usufruiscono le societa’ di trasporto ferroviario che ammonta a oltre 300 mln l’anno e grava sulla bolletta potrebbe essere ridotta. Poi ci potrebbero essere riduzioni sugli incentivi alle fonti rinnovabili senza toccare ovviamente i diritti acquisiti, pensando a meccanismi di dilazione nel tempo anche su base volontaria”.
FONTE: Confcommercio
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