“L’iniziativa del governo va sostenuta con determinazione, visto che l’impostazione generale della riforma è condivisibile: ci pare importantissimo che nel testo del disegno di legge sia fissato il riconoscimento della pari dignità tra Regioni e Comuni”. Lo afferma Giorgio Orsoni, sindaco di Venezia e delegato alle città metropolitane, al termine dell’audizione che l’Anci ha svolto in commissione Affari Costituzionali del Senato, dove è all’esame il ddl costituzionale sul superamento del bicameralismo perfetto e la revisione del titolo V della Carta.
“Abbiamo chiesto che tale riconoscimento venga completato con la norma sull’accesso diretto alla Corte costituzionale da parte dei Comuni”, aggiunge il sindaco di Venezia auspicando che “venga mantenuto l’equilibrio nel Senato tra rappresentanti delle Regioni e dei Comuni”.
L’associazione, che ha sintetizzato il proprio parere in un documento, ritiene che la riforma della seconda Camera è utile anche “per superare la ‘crisi di legittimazione’ del Parlamento da più parti denunciata”. Questo in virtù “dell’assegnazione allo stesso di un di più di ‘legittimazione sostanziale’, compiendo un passo verso il superamento di quelle ‘vite parallele e separate’ che animano il rapporto Parlamento-Governo e il rapporto Governo-Regioni- Province e Comuni”.
“Abbiamo chiesto che tale riconoscimento venga completato con la norma sull’accesso diretto alla Corte costituzionale da parte dei Comuni”, aggiunge il sindaco di Venezia auspicando che “venga mantenuto l’equilibrio nel Senato tra rappresentanti delle Regioni e dei Comuni”.
L’associazione, che ha sintetizzato il proprio parere in un documento, ritiene che la riforma della seconda Camera è utile anche “per superare la ‘crisi di legittimazione’ del Parlamento da più parti denunciata”. Questo in virtù “dell’assegnazione allo stesso di un di più di ‘legittimazione sostanziale’, compiendo un passo verso il superamento di quelle ‘vite parallele e separate’ che animano il rapporto Parlamento-Governo e il rapporto Governo-Regioni- Province e Comuni”.
Secondo i Comuni sono almeno tre le ragioni che militano a favore di un ripensamento del Senato: “Rendere più rapido il procedimento di formazione della legge; adeguare l’iter legislativo e il sistema delle fonti al mutato quadro istituzionale con la rappresentanza politica ed istituzionale di Comuni, Città metropolitane e Regioni al centro; ed infine mettere ordine nella confusa ripartizione delle competenze legislative fra Stato e Regioni, anche per arginare la proliferazione del contenzioso costituzionale”.
Quanto poi alla divisione delle competenze tra Stato e Regioni, l’Anci sollecita l’introduzione nel quadro costituzionale di una clausola di supremazia a favore dello Stato, sul modello di quanto previsto nell’ordinamento costituzionale tedesco. Accanto a questo, “proprio per garantire una migliore definizione dei rapporti tra competenza regionali e statali, chiediamo che sia allo stesso tempo prevista una clausola di cedevolezza secondo cui – evidenzia Orsoni – si applica la legislazione statale vigente, sino a quando le regioni non legiferano.
Infine il delegato Anci solleva alcuni dubbi sulla nomina di 21 senatori da parte del Presidente della Repubblica. “Su questo punto sollecitiamo una riflessione, ci pare opportuno che l’integrazione dei 21 nominati sia prevista per la Camera”.
Scarica il documento: doc incontro governo su riforma costituzionale
FONTE: Anci