Quest’anno la pressione fiscale è destinata a salire al 44%, allineandosi al record storico toccato nel 2012. Nessun aggravio su famiglie e imprese

Secondo il Def, fa notare la CGIA, nel 2014 la pressione fiscale è destinata ad aumentare di 0,2 punti percentuali, allineandosi al dato registrato nel 2012, anno in cui è stato raggiunto il record storico del 44 per cento.

Nonostante questa cattiva notizia – segnala il Segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi  – per le famiglie e le imprese non dovrebbe verificarsi nessun aumento del carico fiscale. Da una nostra prima analisi, l’aggravio va ricercato nel previsto aumento del Pil, che trascinerà all’insù le entrate tributarie e contributive di oltre 10 miliardi di euro, al pagamento di ulteriori 13 miliardi di euro di debiti della Pubblica Amministrazione, che incrementerà il gettito Iva di 1,2 miliardi di euro, e all’aumento della tassazione per le banche, che per l’anno in corso garantirà all’erario 3 miliardi di euro in più”.

Su quest’ultimo aspetto, la CGIA invita l’Esecutivo a fare molta attenzione, affinchè l’aumento della tassazione per gli istituti di credito non venga “scaricato” sui correntisti.

A tale proposito – prosegue Bortolussi – ricordo quanto è emerso nella relazione illustrata al Parlamento dall’Autorità dell’Energia elettrica e del gas nel gennaio del 2013. A seguito dell’introduzione della Robin Hood Tax (*), l’Autorità ha avviato il monitoraggio del comportamento delle 476 imprese interessate da questa nuova imposta. Ebbene, dal controllo è emerso che ben 199 aziende avevano trasferito il maggiore onere tributario sui propri clienti, nonostante questa operazione fosse vietata dalla legge. Una cattiva abitudine – conclude Bortolussi – che non deve più ripetersi”.

In termini assoluti, segnala la CGIA, nel 2014 è previsto un incremento delle entrate fiscali pari a 14,9 miliardi di euro: poco più 14 miliardi riconducibili alle entrate tributarie e circa 870 milioni dai contributi sociali. Se rapportiamo le entrate fiscali totali previste per quest’anno, pari a 698,3 miliardi di euro, sul Pil nominale, che nel 2014 ammonterà 1.587 miliardi di euro, la pressione fiscale è destinata salire al 44 per cento.

(*) addizionale Ires che nel 2008 interessò le aziende energetiche e petrolifere

FONTE: CGIA Mestre

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