Durante il question Time di oggi alla Camera dei Deputati il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha risposto all’interrogazione dell’onorevole Pino Pisicchio sulle iniziative del Governo, volte ad affrontare in termini strutturali il problema della disoccupazione e la creazione di nuovi e stabili posti di lavoro.
Di seguito il testo integrale della risposta del Ministro Poletti:
“La prima risposta naturalmente è una risposta di ordine generale che riguarda le tematiche dello sviluppo e riguarda la possibilità per il nostro Paese appunto di riprendere la crescita. Detto questo, a questo proposito, quindi con riferimento al tema della disoccupazione giovanile, ribadisco come il Governo, pienamente consapevole dell’assoluta centralità di questa tematica, ha fin dal suo insediamento manifestato il massimo impegno in questa direzione. In questo senso, in uno dei primi Consigli dei ministri sono stati approvati due importanti provvedimenti in materia di occupazione, i cui contenuti vanno considerati in modo complementare in ragione degli obiettivi che, sui diversi versanti, il Governo intende perseguire. Con il decreto-legge n. 34 del 2014, attualmente all’esame di questa Camera, sono stati introdotti importanti interventi di semplificazione per il contratto a termine e per quello di apprendistato, con l’obiettivo di renderli più coerenti con eventuali esigenze del contesto occupazionale e produttivo nazionale e internazionale. In particolare, con il contratto di lavoro a termine sono state introdotte innovazioni volte a superare alcune rigidità e formalismi, in particolare eliminando il requisito della cosiddetta «causale» per poter accedere a tale forma contrattuale, prevedendo la possibilità di prorogare la durata di un contratto a termine già in essere prima della sua scadenza”.
“Il Governo ha ritenuto, inoltre, di dover intervenire anche sul contratto di apprendistato per rimuovere alcuni degli ostacoli che finora ne hanno limitato la diffusione, pur in presenza di indubbie potenzialità. In particolare, il testo del decreto, attualmente all’esame del Parlamento, prevede che il ricorso alla forma scritta sia richiesto soltanto per il contratto di lavoro e non per il patto di prova, nonché la possibilità per il datore di lavoro di poter comunque assumere nuovi apprendisti anche in assenza della conferma in servizio dei precedenti”. “Come è noto, il decreto-legge è al momento all’esame di questa Camera e il Governo si è già detto disponibile a valutare con la necessaria attenzione eventuali modifiche che vadano nella direzione di migliorare le misure adottate pur senza stravolgere l’impianto originale del provvedimento. Tuttavia, nelle intenzioni del Governo il contrasto alla disoccupazione non si esaurisce con le misure adottate con il decreto, in quanto ulteriori effetti positivi potranno aversi con i provvedimenti attuativi del disegno di legge delega recentemente presentato al Senato e, in particolare, con quelli finalizzati al riordino delle tipologie contrattuali attualmente previste. Questo nella prospettiva di dotare il nostro sistema di un insieme omogeneo di norme volte a regolare in modo più semplice e coerente i diversi istituti contrattuali”.
“Inoltre, è in corso di adozione un decreto interministeriale con il quale, in attuazione del decreto-legge n. 104 del 2013, si darà avvio al programma sperimentale rivolto agli studenti del quarto e quinto anno delle scuole secondarie di secondo grado per l’attivazione dei contratti di apprendistato grazie ai quali gli studenti potranno svolgere il periodo di formazione in azienda, nella prospettiva di facilitare la transizione tra la scuola e il lavoro”.
“Infine, con riferimento alle misure volte a contrastare la disoccupazione giovanile, non posso fare a meno di citare il piano nazionale di implementazione della garanzia giovani, che rappresenta uno strumento di occupabilità e di attivazione per i giovani NEET di età compresa tra 15 e 25 anni, avendo di fronte una platea di circa 900 mila giovani a cui pensiamo di poter offrire una proposta di impegno entro quattro mesi”.
FONTE: Agenzia Parlamentare (www.agenparl.it)