L’Assemblea del CPEL ha approvato ieri pomeriggio un documento che propone alla Giunta regionale l’introduzione del “costo unitario ottimale di riferimento” per i servizi socio-assistenziali rivolti agli anziani. Si tratta di un’importante iniziativa perseguita dagli enti locali, nell’ambito di un più ampio processo di riforma del welfare regionale.
La Legge finanziaria 2014 della Valle d’Aosta ha previsto una riduzione dei trasferimenti finanziari con vincolo di destinazione per i servizi socio-assistenziali per anziani gestiti dalle Comunità montane e dal comune di Aosta: le strutture socio-assistenziali (microcomunità) e il servizio di assistenza domiciliare hanno subito una contrazione per 3 milioni di euro. Se nel 2013 gli enti locali valdostani potevano contare su 21 milioni, nel 2014 tali fondi sono scesi a 19 milioni di euro. A fronte della riduzione delle risorse finanziarie disponibili, gli enti locali si sono posti l’obiettivo di ridurre i costi complessivi, mantenendo invariata la qualità dei servizi erogati.
Lo strumento scelto per perseguire questo obiettivo è l’introduzione del costo unitario ottimale di riferimento dei servizi per anziani, da intendere come il minor costo possibile per la gestione di un determinato servizio, sulla base di uno standard qualitativo predeterminato. Il costo unitario ottimale di riferimento per i servizi socio-assistenziali residenziali per gli anziani diventa allora il valore numerico al quale tutti gli enti gestori devono tendere, abbandonando di fatto il concetto di costo storico.
Per la definizione di tale valore di riferimento sono stati analizzati i costi sostenuti dagli enti gestori nel corso del 2012 per gestire le 29 strutture residenziali per anziani presenti sul territorio regionale.
I dati economico-finanziari sono stati riclassificati secondo tre tipologie: costi socio-assistenziali, che comprendono le spese relative all’erogazione dei servizi di cura alla persona (igiene, farmaci, parafarmaci, trasporto per visite mediche); costi alberghieri, che comprendono le spese sostenute per fornire agli utenti vitto e alloggio (ad esclusione di investimenti e ammortamenti); costi amministrativi e generali, riferiti al funzionamento dell’ente gestore.
Dall’analisi dei dati sono emerse differenze importanti, derivanti principalmente dalle diverse dimensioni delle strutture, dalle tipologie di utenti inseriti, dai modelli gestionali e organizzativi adottati.
Esaminando e riclassificando i dati raccolti si è giunti alla determinazione e alla condivisione del costo unitario medio di riferimento, stabilito in 115 euro per giorno/per posto letto. Tale valore rappresenta uno sforzo di straordinaria portata per gli enti gestori in termini di riduzione dei costi di esercizio.
FONTE: Anci