Il vincolo di spesa sul bonus legato all’importo delle ristrutturazioni non è stato eliminato dal ‘Decreto Casa’. Federmobili: “danno per i cittadini e per commercio e industria italiani, che hanno bisogno di una ripresa dei consumi”.
Nel ‘Decreto Casa’ pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 28 marzo scorso non è stato approvato l’articolo che eliminava il vincolo di spesa sul bonus mobili legato all’importo delle ristrutturazioni, introdotto dalla Legge di Stabilità in vigore dal primo gennaio 2014. Il vincolo, in vigore dall’inizio di quest’anno, ha introdotto un ulteriore limite al bonus, che non potrà così essere superiore alla spesa totale sostenuta dal contribuente per i lavori di ristrutturazione. In tal modo potranno essere portate in detrazione spese per acquisto di mobili ed elettrodomestici solo fino ad un massimo di quanto speso per i lavori di ristrutturazione, ed in ogni caso non oltre i 10mila euro totali. In pratica, se per la ristrutturazione si spendono 4mila euro e per l’acquisto di mobili e/o elettrodomestici se ne spendono 6mila, di questi ultimi solo 4mila potranno usufruire della detrazione del 50% del bonus. “Come mi era già capitato di dire alla fine dello scorso anno dopo l’approvazione della legge di stabilità nella quale era stato inserito il vincolo di spesa – commenta il presidente di Federmobili, Mauro Mamoli – si tratta di un provvedimento che limita l’efficacia del bonus mobili e rischia di danneggiare i cittadini. I contribuenti che hanno già effettuato acquisti di mobili in questi primi mesi del 2014, secondo le modalità in vigore fino a ieri, potrebbero trovarsi con la sorpresa di non poter recuperare sull’Irpef quanto avevano previsto. In questo modo si alimentano confusione e incertezza in un momento nel quale, per ripartire, occorrerebbero regole chiare e definite. Senza il vincolo di spesa, consentendo spese limitate di manutenzione straordinaria per poter accedere alle detrazioni per l’acquisto di arredi, il bonus mobili può facilmente fare da volano ad un economia statica come quella dell’arredamento e dell’edilizia. Il commercio e l’industria italiani hanno bisogno di una ripresa dei consumi per poter continuare a garantire posti di lavoro e sostegno all’economia reale di questo paese. Cavilli burocratici, litigi, ripicche politiche non aiutano chi cerca di fare impresa in questa Italia zoppicante”. “Se a questa limitazione nell’utilizzo del Bonus Mobili da parte del contribuente sommiamo che, lo stesso contribuente con l’entrata in vigore dello spesometro, potrebbe essere messo sotto la lente di ingrandimento se ha effettuato spese sopra i 3600 euro per arredamento, mobili, elettrodomestici, viaggi, auto e gioielli, mi domando se e quando i cittadini ritroveranno la fiducia e la tranquillità per ricominciare ad acquistare. È evidente che in condizioni come queste anche quei clienti che potrebbero spendere, per livello di reddito, per acquisti straordinari o per il gusto di migliorare la propria abitazione, non sono ne facilitati ne messi nelle condizioni di farlo serenamente”, ha concluso Mamoli.
FONTE: Confcommercio