Continua la vicenda legata alla legittimità o meno della tassa governativa sull’uso dei cellulari e di cui già più volte ci siamo occupati su queste colonne. L’ultimo atto vede la tassa portata davanti alla Corte di giustizia europea. Infatti, la Commissione tributaria regionale dell’Umbria, con sentenza n. 34/1/13 depositata il 4.6.’13, ha sollevato una serie di questioni pregiudiziali su cui si dovrà pronunciare la Corte.
Per i giudici umbri, la permanenza nel nostro ordinamento delle norme che sembrerebbero ancora disciplinarla (art. 3, d.m. 13.2.’90 e art. 160, d.lgs. n. 259/’03) comporta problemi interpretativi in relazione alla normativa europea che esclude dal regime liberalizzato delle comunicazioni la potestà di controllo dell’autorità amministrativa da cui trae giustificazione il prelievo sull’utente il servizio nonché con il principio di libera concorrenza e con il divieto di applicare a rapporti commerciali condizioni dissimili per prestazioni equivalenti. La Corte di giustizia dovrà poi anche verificare se il diverso importo della tassa di concessione governativa sulle utenze domestiche e quelle aziendali e la sua applicazione sui soli contratti di abbonamento, con esclusione del servizio prepagato, sia conforme ai criteri di ragionevolezza e di appropriatezza e non ostacoli la formazione di un mercato concorrenziale.
Non a caso – in un passaggio della sentenza in questione – viene evidenziato “il divario tra gli utenti che sottoscrivono il contratto di abbonamento (pari al 14%) e quelli che adoperano il servizio prepagato (pari all’84%)”.
Dal sito europeo della proprietà immobiliare italiana (www.confedilizia.eu) è possibile scaricare la sentenza della Commissione tributaria regionale dell’Umbria.

FONTE: Confedilizia

AUTORE: Corrado Sforza Fogliani, presidente Confedilizia

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