Presentata la ricerca Ciset-Confturismo “Il turismo organizzato incoming”: nel 2012 il turista straniero ha pagato mediamente 1.054 euro il suo pacchetto viaggio per l’Italia (+3,8% rispetto al 2008). Nel nostro Paese ha speso in media altri 388 euro, soprattutto per mangiare (42%) e fare shopping (39,6%).

Il turismo incoming organizzato vale l’11,1% del totale degli arrivi nel nostro Paese, ovvero circa 5 milioni e 400mila, e il 18,8% della spesa turistica degli stranieri in Italia, più di 5 miliardi e 700 milioni di euro, con una crescita rispettivamente dell’1,2 e del 5% rispetto al 2008. I piú numerosi sono gli americani (16,2% del totale), seguiti da tedeschi (13,9%) e britannici (13,4%), mentre il tipo di vacanza che va per la maggiore è quella culturale con circa il 60% delle preferenze, di gran lunga davanti ai soggiorni al mare (13,5% del totale) e a quelli al lago (5,6%). Sono i numeri principali della ricerca Ciset-Confturismo “Il turismo organizzato incoming”, presentata a Roma nella sede dell’Enit-Agenzia italiana del turismo da Alberto Corti, responsabile del settore turismo di Confcommercio. Il turista straniero che viene in Italia nel 2012 ha dunque speso mediamente 1.054 euro per acquistare il pacchetto di viaggio (+3,8% rispetto al 2008) e, arrivato qui da noi, ha speso in media altri 388 euro, soprattutto per mangiare (42%) e per lo shopping (39,6%). Quanto alle varie nazionalitá dei turisti (lo studio si focalizza su Germania, Russia, Stati Uniti e Giappone), vale a dire i Paesi più significativi delle quattro aree con mercato più significativo verso l’Italia, nel 2012 è emerso un aumento del 22,2% dei russi, del 22% dei giapponesi e del 2% degli americani, mentre i tedeschi sono scesi dello 0,8%. Per quanto riguarda infine l’impatto economico del settore, il fatturato lordo è stimato in 7,8 miliardi di euro: di questa cifra restano in Italia. 4,7 miliardi, il 59,7% del totale. Alla presentazione dei dati è seguito il convegno “L’apporto del turismo all’economia italiana: focus Germania, Russia, Stati Uniti, Giappone”. Dopo i saluti di Andrea Babbi, direttore generale dell’Enit-Agenzia italiana del turismo (“il turismo è zucchero, energia vitale per il nostro Paese), e di LucaPatané, presidente di Confturismo-Confcommercio (“è il momento di serrare le fila: dare sostegno all’attività dell’Enit e portare un fil rouge da qui all’Expo”), il direttore dell’Ufficio Studi Confommercio, Mariano Bella, ha sottolineato che “i servizi turistici valgono 17 miliardi in termine di esportazioni nette, più di alimentari e arredamento messi insieme, una realtà ancora non percepita nel nostro Paese”. Ciò che manca è “una visione strategica: continuiamo a ‘giocare’ con Industria 2020 senza accorgerci che il turismo è il petrolio dell’Italia, lo sottovalutiamo come in Arabia Saudita sottovalutavano il petrolio prima del 1973”, ha aggiunto Bella. La parola è quindi passata ai direttori delle delegazioni Enit di tre dei principali mercati del turismo incoming organizzato verso l’Italia. Domenico Di Salvo, direttore della delegazione di Mosca, ha definito quello russo “un mercato giovane e molto dinamico, con performance importanti e una grandissima crescita dell’utilizzo di Internet. I russi spendono molto, è un un oro che tanti Paesi hanno individuato”. Eugenio Magnani, direttore della delegazione di New York, ha evidenziato che “in America si sogna italiano: nel 2013 sfioreremo i 5 milioni di arrivi, ovvero il secondo mercato in assoluto e il primo per rapporto qualitá/prezzo, visto che i turisti americani spendono in media 4 miliardi di euro da noi. Dobbiamo peró migliorare il trasporto verso l’Italia, ci sono problemi organizzativi importanti”. Marco Montini, direttore della delegazione Enit di Francoforte, ha infine raccontato che “il mercato tedesco ci ama e spende molto da noi. Resta però fondamentale qualificare maggiormente il rapporto qualità/prezzo e lavorare sul nostro fattore umano: l’accoglienza in Germania è molto sentita”.

FONTE: Confcommercio

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