ENEA partecipa al progetto europeo per lo sviluppo di un metodo di campionamento delle emissioni da stufe e caldaie domestiche alimentate a biomassa solida.

La crescente attenzione alle problematiche ambientali ed energetiche della Commissione europea, da cui l’obiettivo di riduzione del 20% delle emissioni di gas serra e il raggiungimento del 20% di consumo di energia prodotta da fonti energetiche rinnovabili (FER) al 2020, ha portato a una maggiore attenzione sull’uso sostenibile delle FER.

La biomassa solida rappresenta in Italia una delle fonti rinnovabili di maggior interesse. L’uso consapevole e sostenibile di questa risorsa richiede tuttavia un’analisi attenta delle emissioni derivanti in particolare nel loro impiego in apparecchi di generazione di calore di piccola taglia (di potenza nominale inferiore ai 35kW).

In molti Paesi UE, come in Italia, non esiste una legislazione che regolamenti le emissioni di inquinanti prodotte dai generatori di calore a biomassa di piccola taglia. Uno dei principali inquinanti individuati è la produzione di particolato (PM) che contribuisce notevolmente alle concentrazioni di PM in aria atmosferica. Nonostante l’attività del gruppo di lavoro di normazione europea, CEN TC 295 WG5, ad oggi manca a livello europeo una norma armonizzata per la valutazione dell’emissione di PM dagli apparecchi alimentati a biomassa.

Il programma europeo EN-PME-TEST, parte di ERA NET Bioenergy che si concluderà alla fine di quest’anno, ha come obiettivo lo sviluppo e la validazione di un metodo di campionamento delle emissioni di particolato da stufe e caldaie domestiche alimentate a biomassa solida.

EN-PME-TEST raccoglie 16 partner europei provenienti da 10 diversi Stati membri. I partner sono stati selezionati in base all’elevato livello scientifico e tecnologico e al loro ruolo di riferimento tecnico all’interno del proprio Paese. Si tratta, infatti, di centri di ricerca pubblici e privati e università.

L’ENEA è entrata a far parte del gruppo di lavoro tramite la convenzione stipulata nel marzo del 2013 tra l’Unità Tecnica Tecnologie Saluggia (UTTS) e Innovhub-Stazione Sperimentale per l’industria (ISSI), già partner all’inizio del programma. I ricercatori ENEA hanno partecipato alla campagna di campionamenti finalizzata a verificare la ripetibilità e riproducibilità del sistema di campionamento delle polveri, messo a punto dal gruppo di lavoro nella prima fase del progetto anche grazie al supporto del CTI (Comitato Termotecnico di Normazione).

Il test di inter-confronto si è tenuto lo scorso febbraio presso il Centro di Ricerca INERIS di Verneuil-en-Halatte (Oise, Francia) ed è consistito nel campionamento di PM eseguito in parallelo da 13 dei 16 partner dell’EN-PME-TEST. Hanno preso parte alle prove: ENEA UTTS e ISSI dall’Italia; Scientific and Technical Centre for Building (CSTB), Centre Technique des Industries de la Fonderie (CTIF), University of Nancy (LERMAB), e il National Institute of Industrial and Environmental Risk (INERIS) dalla Francia; Danish Technology Institute (DTI) dalla Danimarca; Centre of Appropriate Technology (CATSE) e University of Applied Sciences, Northwestern Switzerland (FHNW IFTE) dalla Svizzera; Technology and Support Centre of Renewable Raw Materials (TFZ) e German Biomass Research Centre (DBFZ) dalla Germania; BIOENERGY 2020+ e Graz Technology University (TUGRAZ) dall’Austria; Technical Research Institute of Sweden (SP) dalla Svezia; Technical University of Ostrava (VSB) dalla Repubblica Ceca.

I ricercatori ENEA e Innovhub dopo aver realizzato, in base agli schemi forniti dai partner europei, il nuovo sistema di campionamento delle polveri hanno potuto dunque testare le proprie competenze e la linea di campionamento realizzata nei mesi precedenti con quello degli altri 12 gruppi partecipanti.

L’ENEA ha potuto quindi rafforzare la collaborazione con enti di ricerca leader a livello europeo nel campo dello studio delle emissioni da combustione di biomassa; inoltre, grazie all’esperienza in campo sarà in grado di riportare a livello nazionale le competenze acquisite e metterle a disposizione sia del comparto industriale sia della pubblica amministrazione.

A fine marzo è prevista la stesura del report tecnico che permetterà di valutare, tramite le analisi statistiche dei dati raccolti, l’efficacia e la ripetibilità del metodo. I risultati del progetto saranno di supporto al gruppo tecnico di normazione per la definizione e stesura di un metodo standard europeo condiviso.

FONTE: Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile)

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