La spinta propulsiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si sta spegnendo e con essa crollano anche le gare negli appalti per i servizi di architettura e ingegneria.
Nei primi undici mesi del 2024, il valore totale delle gare per servizi tecnici si ferma a 1.642,8 milioni di euro, somma che include 1.431,4 milioni destinati a servizi di progettazione e 211,5 milioni per la progettazione esecutiva negli appalti integrati. Il confronto con il 2023 è impietoso: il calo è del 61,6%, ma la flessione appare ancora più drammatica rispetto al 2022 (-66,8%) e al 2021 (-17,1%).
Questi dati, diffusi dall’Osservatorio OICE/Informatel, fotografano una crisi profonda e crescente, acuita dai dati di novembre: le gare hanno toccato appena 107,1 milioni di euro, registrando un calo del 36,7% rispetto al mese precedente e addirittura del 40,9% su base annua.
L’allarme dell’OICE
Giorgio Lupoi, presidente dell’OICE, lancia un grido d’allarme, in quanto lo scorso giugno si stimava di chiudere l’anno con un totale di circa 1,9 miliardi di euro, un dato già molto distante dagli oltre 4 miliardi raggiunti nel 2023. Ora, però, appare sempre più improbabile che si riesca a toccare nemmeno la soglia di 1,8 miliardi. Questo scenario è in parte comprensibile, poiché l’effetto propulsivo del PNRR si è ormai esaurito. Tuttavia, lo stesso Lupoi ritiene fondamentale una valutazione su quali misure adottare per invertire questa tendenza negativa e rilanciare il settore nel lungo periodo. Secondo il presidente dell’OICE, una possibile soluzione potrebbe consistere in interventi mirati sul decreto correttivo del Codice degli appalti. Tra le proposte avanzate vi è la riduzione del limite per gli affidamenti diretti fissato a 140.000 euro. Tale soglia, che poteva essere ragionevole in un contesto di mercato in espansione, appare oggi superata e inadeguata, generando effetti distorsivi come la frammentazione artificiale dei lotti e un impatto negativo sulla partecipazione alle gare europee.
Appalti PNRR: crollano gare per servizi di ingegneria e architettura
La contrazione del mercato colpisce in modo particolarmente duro le gare europee sopra la soglia dei 215.000 euro. Nei primi undici mesi dell’anno, si sono registrate 987 gare di questo tipo, contro le 2.133 dello stesso periodo del 2022: un calo del 57,8% in valore e del 35,5% in numero. Anche il dato di novembre conferma la tendenza negativa, con solo 199 gare per servizi di architettura e ingegneria, per un valore totale di 97,6 milioni di euro. Rispetto a ottobre, si registra un calo del 40,6% in valore e del 21,3% in numero.
Le gare di progettazione esecutiva subiscono una flessione ancora più marcata: nei primi undici mesi del 2024, i bandi pubblicati sono stati 930, per un valore complessivo di 435,4 milioni di euro, con un calo del 64,5% in valore e del 53,1% in numero rispetto allo stesso periodo del 2023. Solo a novembre, il valore degli appalti integrati per la progettazione esecutiva si è ridotto a 9,5 milioni di euro, registrando un crollo del 91,3% rispetto a ottobre e del 47,5% su base annua.
L’analisi complessiva evidenzia una crisi strutturale che non si limita alle cifre, ma riflette un blocco più ampio del settore. Nel periodo gennaio-novembre 2024, la progettazione esecutiva negli appalti integrati ha raggiunto appena 211,5 milioni di euro, segnando una contrazione del 78,6% rispetto all’anno precedente. Anche il numero di bandi è sceso drasticamente a 712, con una flessione del 59,2% rispetto al 2023.
I numeri del mercato suggeriscono l’urgenza di misure correttive. Senza un intervento deciso, il rischio è che il settore dei servizi tecnici subisca un’ulteriore marginalizzazione, compromettendo non solo gli investimenti pubblici ma anche le prospettive di crescita dell’intera economia.
Profonda crisi strutturale
La situazione delineata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza evidenzia una crisi strutturale profonda nel settore dei servizi di architettura e ingegneria, la cui gravità si manifesta nei dati allarmanti sulle gare pubbliche. Il crollo del valore delle gare, che ha toccato picchi di decrescita fino al 66,8% rispetto ai livelli pre-pandemia, non è solo un indicatore di una flessione momentanea, ma rivela un blocco sistemico che minaccia di compromettere la ripresa economica e gli investimenti pubblici. L’appello di Giorgio Lupoi per interventi mirati sul Codice degli appalti rappresenta una necessità impellente: senza misure correttive efficaci, il rischio è quello di una ulteriore marginalizzazione di un settore già in difficoltà.
È fondamentale che il governo prenda in seria considerazione le proposte avanzate, poiché il futuro dei servizi tecnici è intrinsecamente legato alla capacità di ripristinare dinamismo e competitività in un mercato in crisi.