Il Tar del Lazio, in una recente ma importante sentenza, ha dato ragione alle associazioni degli NCC e ha sospeso l’efficacia del controverso Decreto Salvini.


Il 15 novembre 2024, l’Associazione Ncc Italia, supportata da un centinaio di ricorrenti tra cui società di noleggio e singoli conducenti, ha depositato un ricorso al Tar del Lazio per ottenere l’annullamento del decreto interministeriale n. 226-2024, che regola le specifiche del foglio di servizio elettronico per gli NCC. Questa azione legale rappresenta un punto di non ritorno in una controversia che coinvolge il futuro di un settore cruciale per la mobilità urbana e il turismo, minacciato da normative ritenute oppressive e contrarie ai principi di libera concorrenza.

Il decreto contestato è accusato di violare la legge n. 21 del 1992, che regola l’attività di taxi e NCC e di rappresentare un atto di forza da parte del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, mirato a introdurre vincoli e limitazioni illogiche. Secondo l’Associazione Ncc Italia, queste nuove disposizioni non solo metterebbero a rischio l’esistenza di migliaia di piccole e medie imprese, ma avrebbero anche l’effetto di concentrare il mercato del trasporto pubblico a favore delle corporazioni taxi.

Decreto NCC sospeso: il Tar dà ragione ai noleggiatori

Il Tar del Lazio ha rapidamente risposto a queste sollecitazioni, sospendendo parzialmente il decreto interministeriale, in particolare la norma che imponeva il periodo di attesa di 20 minuti tra una corsa e l’altra. I giudici amministrativi hanno rimandato alla camera di consiglio del 13 gennaio l’esame della questione, ma nel frattempo hanno deciso di sospendere parzialmente gli effetti della norma, osservando che “appare discendere un pregiudizio grave ed irreparabile per i titolari dell’attività di noleggio con conducente per effetto delle imposizioni introdotte in ordine alle modalità del relativo espletamento”. E cioè che “la prenotazione possa essere registrata come bozza di servizio fino a venti minuti prima dell’inizio del relativo servizio” e che “la partenza coincida con l’arrivo del servizio precedente al quale è collegato, che deve essere svolto nella stessa data del servizio di riferimento, fatti salvi i servizi notturni svolti nelle prime 4 ore del mattino”.

Il commento delle associazioni dei consumatori

La pronuncia in commento è stata accolta con particolare favore da Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che ha definito la decisione una “vittoria della giustizia e dei consumatori”. Dona infatti ha sottolineato come l’obbligo di attesa avrebbe significato non solo minori ricavi per gli NCC, ma anche un inevitabile aumento dei costi per i clienti, configurando di fatto una tassa mascherata sulle spalle degli utenti finali.

Francesco Artusa, presidente di Sistema Trasporti, ha affermato che fino alla decisione di merito del Tar, prevista per il 13 gennaio, gli NCC possono continuare a prendere i clienti senza dover rispettare l’obbligo di attesa.

Continuano però le tensioni

Questa sospensione, però, non ha placato le tensioni nel settore. Le proteste degli NCC si sono intensificate, con manifestazioni in dodici città italiane, tra cui Roma, Milano, Firenze, Cagliari e Palermo. Infatti, il malcontento tra gli operatori NCC è palpabile. Raffaella Paita, senatrice e coordinatrice nazionale di Italia Viva, ha descritto la situazione come una bocciatura della visione di governo, che sembra difendere unicamente gli interessi dei taxi a discapito di NCC e consumatori. Anche Andrea Romano, ex deputato e presidente di MuoverSì, ha avvertito che le normative in discussione potrebbero causare la chiusura di migliaia di aziende e aggravare ulteriormente i problemi di trasporto nelle città italiane, colpendo utenti, turisti e il settore alberghiero.

Alle proteste ha aderito anche Uber: tale circostanza ha aggiunto un ulteriore livello di complessità alla situazione, suscitando rammarico all’interno del Ministero delle Infrastrutture.

La risposta del Ministro Salvini

In risposta a queste agitazioni, è intervenuto il ministro Salvini, durante il question time alla Camera, il quale ha cercato di difendere le misure adottate dal suo dicastero, sostenendo che “Da sei anni si attendevano i decreti attuativi, che hanno l’obiettivo di rendere efficace il servizio contrastando l’abusivismo. Uber sciopera. Mi spiace, però noi non dobbiamo sempre e comunque ubbidire a quello che qualche multinazionale straniera pretenderebbe accadesse in Italia”.

Scenari futuri

Con la questione ora sul tavolo del Tar, gli NCC si trovano in un momento cruciale, in cui il loro futuro è appeso a un filo. Le prossime settimane potrebbero rivelarsi decisive non solo per la loro attività, ma anche per il modo in cui il mercato del trasporto pubblico in Italia si evolverà. La lotta per un settore equo e competitivo continua e gli operatori sono determinati a farsi sentire, difendendo i propri diritti e la loro dignità professionale in un panorama normativo sempre più ostile.