Una recente sentenza da il via libera ai veicoli storici nei centri cittadini, ponendo una deroga alle regole di circolazione dei mezzi definiti “inquinanti”.


Il TAR della Campania si è di recente pronunciato in merito alla Circolazione dei veicoli di interesse storico e collezionistico definendo ‘illegittima’ la delibera con la quale il comune applica ai veicoli di interesse storico e collezionistico iscritti nei registri di cui all’art. 60 del Codice della strada la classificazione “euro” posizionando gli stessi nella fascia più inquinante e precludendo di conseguenza la loro possibilità di accedere al centro città. Provvedimenti assunti per esigenze di prevenzione dell’inquinamento e di tutela del patrimonio artistico, ambientale e naturale.

Il caso

Con la determinazione dirigenziale n. 15/2021 il Comune di Napoli aveva imposto il divieto di circolazione, in attuazione della misura programmatica definita dalla delibera di Giunta n. 193/2020. Esiste, infatti, la possibilità per l’Ente locale di “limitare la circolazione di tutte o di alcune categorie di veicoli per accertate e motivate esigenze di prevenzione degli inquinamenti e di tutela del patrimonio artistico, ambientale e naturale, conformemente alle direttive impartite dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentiti, per le rispettive competenze, il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio ed il Ministro per i beni culturali e ambientali” .  Anche per il Codice della strada, D. Lgs. 30 aprile 1992, n. 285, è prevista e salvaguardata la possibilità per l’Ente locale di imporre limitazioni più restrittive della normativa nazionale.

A seguito di questo pronunciamento il Tribunale Amministrativo per la Campania – Sezione V, con sentenza 20 novembre 2024, n. 6388, ha però reso nulli tutti gli atti dirigenziali e deliberativi connessi che erano già stati adottati dal Comune di Napoli.

Alla base dell’articolata sentenza, diverse motivazioni tra le quali, l’incompetenza del Comune ai sensi dell’art. 7 del Codice della strada. Infatti l’Ente locale, pur dovendo adempiere al dovere di tutelare la salute dei propri cittadini, non ha competenza per interdire la circolazione dei veicoli fuori dai centri abitati che invece spetterebbe unicamente al Prefetto.

La peculiarità dei veicoli d’epoca/storici

Ravvisato, negli atti, un difetto di istruttoria e di motivazione, in quanto il Comune non ha tenuto in dovuta considerazione il fatto che i veicoli d’epoca/storici costituiscono una percentuale molto piccola rispetto alla totalità di quelli circolanti. Inoltre questi possono circolare solo in occasioni di manifestazioni ed in presenza di apposita autorizzazione, dunque il loro contributo alla emissione di particelle inquinanti non potrebbe essere certamente equiparato, nemmeno in minima parte, a quello dei veicoli “ordinari” di categoria pari o inferiore alla Euro 0, Euro 1 ed Euro 2.

Da ricordare, inoltre, che i veicoli “di interesse storico o collezionistico” possono circolare solo se muniti del certificato di rilevanza storica, pertanto il loro numero sarebbe ridotto rispetto al totale dei mezzi circolanti sicché il divieto in questione non avrebbe ragion d’essere come risulta dai dati contenuti nel ricorso. I numeri parlano chiaro, visto che in Campania i veicoli circolanti con fabbricazione dai 20 ai 29 anni sono  pari all’1,69% di quelli circolanti in Campania mentre quelli ancora più antichi,  con una età compresa trai 30 ai 39 anni sono presenti in percentuale dello 0,24% che scende allo 0,11% se teniamo in considerazione i veicoli sulle strade da oltre 40 anni.

Va da se che, come iscritto nella sentenza : “Nel quadro delle considerazioni che precedono, i provvedimenti impugnati non risultano adeguatamente proporzionati rispetto all’obiettivo di contenere e ridurre sul territorio le componenti inquinati in atmosfera”.

Tutela particolare per queste vetture

Già a Luglio di quest’anno il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) ma questa volta del Lazio si era pronunciato nella stessa direzione, emettendo una sentenza definita ‘storica’ da molti osservatori che ha permesso ai veicoli di interesse storico e collezionistico di tornare a circolare nella Capitale.

Il ricorrente, nel caso romano era proprio l’ASI, dall’Automotoclub Storico Italiano, l’Ente che certifica la storicità dei veicoli, opera da banca dati e facilita l’organizzazione di eventi ed iniziative di valorizzazione del patrimonio veicolare presente sul territorio italiano.

Il Tribunale Amministrativo del Lazio in questa occasione ha ribadito l’importanza di accordare ai veicoli di interesse storico e collezionistico una tutela particolare rispetto al restante parco circolante, evitando sacrifici non motivati da effettivi dati di rilevazione e statistiche. Le deroghe ai divieti di circolazione non sono sufficienti, secondo il pronunciamento del giudice, a tutelare il motorismo storico senza un accurato impianto motivazionale che dimostri l’effettivo impatto di questi veicoli sull’inquinamento. I dati raccolti ed elaborati, riferimenti ripresi, poi, dalla sentenza, nell’impianto motivazionale, mostrano chiaramente l’esiguità dell’impatto numerico di questa tipologia di veicoli, quantificabili in un esiguo 0,29% del totale dei mezzi circolanti a Roma.

Veicoli storici, via libera nei centri cittadini

Con la sentenza in oggetto, dunque, il TAR ha accolto il ricorso presentato (ASI) contro le ordinanze sindacali di Roma Capitale, che limitavano la circolazione di questi veicoli, sebbene precedenti provvedimenti fossero già stati annullati dallo stesso Tribunale. Grazie a questa sentenza, risulta annulla l’ordinanza sindacale n. 38 del 27 marzo 2024. Inoltre vengono riconosciute come illegittime anche le minime deroghe ai divieti di circolazione per i veicoli di interesse storico e collezionistico, come previsto dall’art. 60 del Codice della Strada. Il TAR ha ritenuto fondate tutte le argomentazioni dell’ASI, evidenziando il difetto di istruttoria, il deficit motivazionale e la violazione del principio di proporzionalità.

Anche la sentenza del Lazio, la n. 14699/24 del 18 luglio 2024, è stata salutata come “una vittoria significativa per tutti gli appassionati di veicoli storici e per la conservazione del patrimonio culturale italiano”.