I centri per migranti in Albania si stanno svuotando: dopo il trasferimento dei migranti, ora è il personale a tornare in Italia. Cosa riserva il futuro per queste strutture?
I centri per il rimpatrio dei migranti in Albania si stanno svuotando: i lavoratori dipendenti di Medihospes lasceranno il Schengjin e Gjader entro la fine di questa settimana.
Nonostante lo spopolamento, però, i centri resteranno comunque operativi e vigilati da un piccolo presidio di 7 lavoratori.
Non sono previsti ricambi e non è chiaro cosa accadrà ai contratti dei lavoratori che non sono mai partiti dall’Italia.
Cosa sono i centri migranti in Albania
I centri per migranti in Albania sono stati fortemente voluti dal Governo a guida Meloni. La costruzione, annunciata circa un anno fa, rappresenta uno dei punti fondamentali dell’accordo Italia-Albania, siglato il 6 novembre 2023, tra il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il primo ministro albanese, Edi Rama.
L’accordo persegue i seguenti obiettivi:
- rafforzare il partenariato strategico tra Italia e Albania;
- contrastare il traffico di esseri umani;
- prevenire i flussi migratori irregolari.
Grazie all’accordo, i migranti salvati dalle navi italiane potranno essere trasferiti proprio in quei centri in Albania.
Le strutture principali sono tre e si trovano tra Shengjin e Gjader. Quello di Shengjin è un hotspot, ovvero un centro per lo sbarco e per la prima identificazione dei migranti. Si tratta di un impianto che può ospitare circa 200 persone.
L’area di Gjader, invece, è un ex sito dell’Aeronautica albanese. Dopo i lavori, il sito ospita un centro per il trattenimento di richiedenti asilo, per circa 880 unità, un centro di permanenza e rimpatrio (CPR) per circa 144 posti e, infine, un penitenziario per circa 20 persone.
Quanto costano i centri all’Italia
Il progetto, che punta a rendere l’Italia un modello europeo nella gestione dell’immigrazione irregolare, ha comportato un forte impegno finanziario da parte dello Stato.
Il Governo italiano ha stanziato ingenti risorse per un totale iniziale di 65 milioni di euro per la costruzione delle strutture. A partire dal 2025 in poi, si stima che i costi di gestione dovrebbero aggirarsi intorno ai 120 milioni di euro all’anno.
Fino al 2028, l’accordo per i centri in Albania dovrebbe costare circa 600 milioni di euro.
Perché i centri si stanno svuotando
Entro la fine di questa settimana, è previsto il rientro in Italia degli operatori dei centri per il rimpatrio in Albania. Già durante la settimana scorsa, circa 50 agenti addetti alla sicurezza erano rientrati in Italia, lasciando operativi sono i 170 lavoratori necessari a gestire la turnazione.
I centri sono stati progressivamente svuotati: inizialmente sono stati trasferiti i migranti, considerando che diversi tribunali italiani non hanno convalidato il trattenimento al loro interno, e ora è il personale a lasciare le strutture.
Il rientro dei lavoratori dipendenti da Medihospes è previsto entro la fine della settimana. Questi operatori, che si occupano della gestione diretta dei migranti, avevano un ruolo centrale nel funzionamento dei centri.
Inizialmente, il personale operativo raggiungeva le 220 unità. Un numero che è stato progressivamente ridotto, considerando l’impossibilità di trattenere i migranti nei centri. In aggiunta, una volta pienamente operativi, i centri avrebbero dovuto ospitare 295 agenti. Un numero molto alto e ormai lontano dalla realtà, considerando lo stato attuale delle cose.
Così, all’interno dei siti resteranno solo sette membri: il direttore e alcuni amministrativi. Questo piccolo contingente sarà in compagnia del personale albanese addetto alle pulizie e all’assistenza medica e di altri agenti di polizia italiani.
Si attende il 4 dicembre, quando si pronuncerà la Cassazione sulla questione dei Paesi Sicuri e sui ricorsi del Viminale contro i decreti dei magistrati di Roma.
Approvato il decreto Flussi con 152 sì
Nel frattempo, è stato approvato dalla Camera il decreto Flussi con 152 voti favorevoli e 108 contrari. Adesso, tocca al Senato dare l’approvazione definitiva.
Il provvedimento punta proprio a far ripartire i centri per migranti in Albania che, come già detto, si sono svuotati non solo di migranti, ma anche di agenti e personale addetto all’accoglienza.
Fonte: articolo di Sara Bellanza