La Legge di Bilancio 2025 non sembra aver convinto i manager italiani che nell’ambito della 104ª Assemblea Nazionale tenutasi a Milano ha espresso una critica decisa verso le misure fiscali introdotte dal governo.
La 104ª Assemblea di Manageritalia ha offerto, dunque, un momento di riflessione su come le politiche fiscali del governo possano influire negativamente sulla capacità di crescita e sull’equità fiscale, chiamando a un ripensamento delle strategie economiche e di welfare. Per i rappresentanti dell’associazione, è urgente un intervento che riconosca e supporti adeguatamente il ruolo strategico del ceto medio, delle piccole e medie imprese e dei manager italiani, pilastri fondamentali di una crescita economica sostenibile e inclusiva.
Ecco i dettagli degli interventi che si sono tenuti durante la giornata.
I manager contro la Legge di Bilancio 2025: “danneggia il ceto medio“
Marco Ballarè, presidente dell’associazione che rappresenta i manager italiani, ha evidenziato come le nuove disposizioni colpiscano ancora una volta il ceto medio, un segmento fondamentale per il benessere economico e sociale del Paese.
Secondo Ballarè, la manovra, sebbene appaia rassicurante per i mercati, non contiene misure realmente efficaci per sostenere la produttività e la crescita del tessuto economico nazionale. “Questa legge non offre alcun impulso per l’Italia produttiva. Ancora una volta sono i contribuenti regolari, appartenenti al ceto medio, a sopportare il peso maggiore del welfare nazionale“, ha dichiarato il presidente di Manageritalia. Ballarè ha sottolineato che molte delle agevolazioni fiscali sono ancora precluse a chi supera i 70.000 euro lordi annui, pur essendo questi contribuenti quelli che finanziano una larga parte del welfare.
Tra i temi sollevati durante l’assemblea, alla quale hanno partecipato oltre 200 delegati da tutta Italia, c’è stato anche il dibattito sulla flat tax e la cosiddetta “pace fiscale“.
Queste misure, secondo i rappresentanti di Manageritalia, rischiano di aumentare l’evasione, incentivando un’economia sommersa già rilevante nel nostro Paese. “Mantenere in piedi le piccole e medie imprese significa sostenere l’intero sistema economico“, ha aggiunto Ballarè, sottolineando come il sostegno reale all’imprenditoria sia cruciale per garantire una crescita stabile e diffusa.
Alberto Brambilla, presidente di Itinerari Previdenziali, ha contribuito alla discussione con un intervento dedicato ai temi fiscali e del welfare, puntando l’attenzione sul peso sproporzionato che grava su una minoranza di contribuenti italiani. Brambilla ha ricordato che il 15% dei cittadini, in gran parte appartenenti alla classe media, copre il 63% delle entrate fiscali complessive. Questo squilibrio, ha affermato, richiede una riforma strutturale che distribuisca più equamente il carico fiscale e sostenga maggiormente chi contribuisce in misura significativa al benessere collettivo.
“L’Italia continua a soffrire di un tasso di occupazione tra i più bassi in Europa, anche a causa delle pressioni fiscali e di quelli che l’Unione Europea definisce ‘disincentivi impliciti’“, ha proseguito Brambilla.
In quest’ottica, secondo lui, è fondamentale valorizzare il ruolo dei dirigenti e dei manager come motori di innovazione e competitività.