Lo stallo sulle nomine della nuova Commissione Europea è finalmente giunto al termine, espresso parere favorevole per i nuovi incarichi di alto livello: tra i principali nomi presentati Raffaele Fitto e Teresa Ribera ottengono il via libera definitivo.
Si segna così un asso significativo verso la formazione del nuovo esecutivo dell’Unione Europea, dopo le polemiche che si erano scatenate nelle ultime settimane e negli ultimi mesi, soprattutto sulle nomine di Ribera e Fitto, osteggiate dai gruppi socialisti europei.
Raffale Fitto è Vicepresidente alla Coesione
Raffaele Fitto, ex Ministro per gli Affari Europei, è stato designato Vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, con delega alla Coesione. La nomina è stata approvata dai coordinatori della commissione Affari regionali dell’Eurocamera, che hanno raggiunto un ampio consenso con il quorum dei due terzi. La premier italiana Giorgia Meloni ha accolto con entusiasmo la nomina di Fitto, definendola “una vittoria per tutti gli italiani”, sottolineando il ruolo centrale che il Paese ha raggiunto nell’esecutivo europeo. Anche il vicepremier Antonio Tajani ha commentato l’importanza dell’incarico, augurando a Fitto buon lavoro e ribadendo l’obiettivo di valorizzare il contributo dell’Italia nella gestione europea.
Teresa Ribera e altri leader confermati
Parallelamente, le commissioni per gli Affari Economici, Industria e Ambiente hanno approvato la nomina di Teresa Ribera, portavoce della Spagna nelle questioni ambientali, in un ruolo cruciale per affrontare le sfide climatiche in Europa. La sua candidatura, inizialmente ostacolata da trattative complesse tra Popolari e Socialisti, ha infine trovato consenso, insieme a quella di Henna Virkkunen, candidata finlandese, che entra come vicepresidente della Commissione.
Anche Rozana Minzatu, Stephane Sejournè e Kaja Kallas – prossima Alta rappresentante europea per gli Affari esteri – hanno ricevuto l’approvazione delle commissioni parlamentari competenti, completando la lista dei sei vicepresidenti esecutivi.
Confermata la nomina del commissario ungherese Varhelyi, con deleghe riviste
Un altro tema delicato riguarda la nomina del commissario ungherese Oliver Varhelyi, a cui è stato concesso il via libera, sebbene con alcune restrizioni sulle deleghe. Varhelyi non avrà più competenza in materia di salute sessuale e riproduttiva, preparazione sanitaria e gestione dell’agenzia Hera, settori particolarmente sensibili per i gruppi socialisti e liberali. Inizialmente, erano state proposte ulteriori limitazioni riguardanti la salute mentale e la resistenza antimicrobica, ma l’accordo finale ha mantenuto intatte queste responsabilità.
Un’agenda ambiziosa per l’Europa
Le nomine sono il frutto di un documento di coalizione firmato dai tre principali gruppi politici europei – Popolari, Socialisti e Renew – che hanno delineato un programma in nove punti prioritari per affrontare le principali sfide dell’UE. Nel testo, i leader europei evidenziano la necessità di intervenire in settori chiave come sicurezza, migrazione, cambiamento climatico e disuguaglianze economiche e sociali. “Riconosciamo le sfide poste dalla situazione geopolitica e dal divario competitivo dell’Europa,” recita il documento. “Ribadiamo il nostro impegno per un’agenda di riforme in linea con gli orientamenti politici del 18 luglio 2024.”
La formalizzazione delle nomine avverrà con il voto in plenaria del Parlamento Europeo il 27 novembre, dove si prevede una maggioranza solida, nonostante l’eventuale astensione del gruppo dei Verdi. Anche Fratelli d’Italia ha confermato il sostegno, confermando l’ampio appoggio politico alla nuova squadra di Bruxelles.