Brutte notizie per gli automobilisti scorretti in vista per il 2025: è in arrivo l’aumento del tariffario delle multe stradali, attualmente ferme alle cifre del 2020.
Nell’anno della pandemia, infatti, gli incrementi sono stati sospesi, con uno stop dell’aggiornamento previsto nel 2022 a causa dell’emergenza sanitaria.
Ma con un ormai ritorno alla “normalità” anche quest’altra barriera cede: e per gli automobilisti arriverà una notevole stangata, che potrebbe pesare sul bilancio delle famiglie dei guidatori che non rispettano le regole.
Multe, dal 2025 cambiano le tariffe delle multe: stangata in arrivo
Dal primo gennaio 2025 potrebbe esserci il via libera a rincari importanti delle multe e per un divieto di sosta si potrebbe arrivare a pagare quasi 50 euro, contro gli attuali 42 euro, con un incremento di oltre il 17%.
Secondo l’analisi diffusa agli organi di stampa da Gian Primo Quagliano, Presidente e fondatore del Centro Studi Promotor i rincari delle multe potrebbero essere frenati dal calo dell’inflazione. Il C.S.P. è una struttura indipendente di ricerca economica sul settore dell’automobile costituita nel 1993 nell’ambito del Motor Show di Bologna che ha come obiettivo fornire alle istituzioni, agli stakeholder, agli operatori del settore automobilistico, agli analisti economici e agli organi di informazione uno strumento per migliorare la conoscenza del settore dell’auto e delle sue dinamiche.
Le simulazioni degli incrementi
Sempre in base alle simulazioni e proiezioni rese note da Quagliano, che prende come riferimento i nuovi dati sull’indice dei prezzi al consumo di ottobre diffusi ieri dall’Istat, nel 2025 i rincari delle multe stradali tra due estremi, dall’1,6% se fosse effettuato un eventuale aggiornamento delle tariffe in base all’incremento dell’inflazione negli ultimi due anni come previsto dall’art. 195 del Codice della Strada, per raggiungere il 17,4% se si scegliesse di tenere conto non dell’inflazione degli ultimi due anni ma di quella degli ultimi quattro, recuperando così i due anni di sospensione e dando una ‘stangata’ ai contravventori.
Quando avremo cifre più certe?
Per conoscere quale sarà il reale ammontare delle multe stradali nel 2025, quindi, bisognerà aspettare almeno la metà di dicembre, ma in base alle attuali stime, facendo una carrellata delle violazioni più comuni, la sanzione per divieto di sosta passerebbe da 42 a quasi 50 euro, per il passaggio con il semaforo rosso si passerebbe da 167 a 196 euro, mentre per la guida al telefono si pagherebbero 193 euro, dagli attuali 165.
Le multe per eccesso di velocità, invece, passerebbero da 173 a 203 euro per chi guida da 10 a 40 km/h oltre il limite consentito, da 543 a 637 euro se lo sforamento è tra 40 e 60 km/h e da 845 a 992 euro per chi supera il limite di oltre 60 km/h. Mentre, per chi venisse colto a guidare in stato di ebbrezza con tasso alcolemico compreso tra 0,5 e 0,8 g/l (sanzione minima) la multa passerebbe da 543 a 637 euro.
Ma a chi vanno e a chi andranno i soldi delle multe?
La risposta è differente se la multa viene elevata da un agente in servizio per una forza armata nazionale, oppure se a contestarla sono agenti di polizia locale, guardie provinciali e altri agenti regionali. Secondo il Codice della strada, art.208, i soldi delle multe vanno convogliati nelle casse dello Stato se la violazione è stata accertata da funzionari, agenti o ufficiali statali oppure da funzionari o agenti delle Ferrovie dello Stato o delle ferrovie e tranvie in concessione. Diversamente finiranno nelle casse degli enti locali nel caso in cui la violazione sia stata accertata da funzionari, agenti o ufficiali delle regioni, delle province o dei Comuni.
Ci sono degli obblighi per come vanno spesi?
Assolutamente sì. La normativa in vigore stabilisce che i soldi entrati nelle casse dello Stato e degli Enti Locali delle debbano essere ripartiti.
Soldi nelle casse dello Stato
Per una quota maggioritaria, dell’80%, devono andare all’Ispettorato generale per la circolazione e la sicurezza stradale del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, affinché siano finanziate le attività connesse all’attuazione del Piano Nazionale della sicurezza stradale, gli studi, le ricerche e la diffusione di contenuti di propaganda ai fini della sicurezza stradale, l’educazione stradale, anche in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nonché per l’assistenza e per coprire costi della previdenza del personale della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Guardia di finanza, della Polizia penitenziaria e del Corpo Forestale dello Stato, infine per attività di promozione della sicurezza e della circolazione.
La quinta parte di questo 80%, (cioè il 20% di quell’80%) è obbligatoriamente destinato a svolgere ricerche e azioni informative sulla sicurezza dei veicoli ed è destinato per la gestione al Dipartimento per i trasporti terrestri del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per finanziare studi. Un altro 7,5% del totale annuo questa volta, è destinato al Dipartimento per i servizi per il territorio del Miur, Ministero dell’Istruzione, l’Università e la Ricerca e deve essere speso per favorire l’insegnamento dell’educazione stradale nelle scuole pubbliche e private e per organizzare i corsi per realizzare corsi ai fine di conseguire il permesso di guida dei motorini. Libertà di utilizzo completa per la quota rimanente 12,5% del totale.
Superamento della quota per esigenze di compensazione finanziaria e di equilibrio di bilancio statali
Laddove i soldi incassati dallo Stato superino la quota necessaria per le esigenze di compensazione finanziaria e di equilibrio di bilancio, questi soldi risultano inseriti a consuntivo dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e si ripartiscono come indicato qui di seguito.
La metà di queste maggiori entrate, un 50% andranno ripartite in base a queste rigide modalità individuate dal legislatore:
- un 25% del totale annuo convoglierà nelle casse del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dovrà andare ad interventi previsti nei programmi annuali di attuazione del piano nazionale della sicurezza stradale;
- sostituzione, ammodernamento, potenziamento, messa a norma e manutenzione della segnaletica stradale, almeno per una quota di un quarto;
- installazione, potenziamento, messa a norma e manutenzione di barriere e sistemazione del manto stradale, ad esclusione delle strade e delle autostrade affidate in concessione almeno per un altro quarto di questa quota.
- Un 10% del totale sarà destinato all’acquisto di auto, mezzi ed attrezzature delle forze di polizia destinati al potenziamento dei controlli sulla sicurezza stradale al Ministero dell’Interno. Questi fondi vanni ripartiti a ciascuna delle forze, in forma progressiva rispetto alla percentuale di violazioni accertate.
- Al ministero dell’Interno per pagare le spese relative agli accertamenti va poi un altro 5% del totale.
- Ancora un 5% al ministero dell’Interno per garantire la piena funzionalità degli organi di polizia stradale, la repressione delle violazioni ed il controllo sull’efficienza dei veicoli.
- Infine un 5% al ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per predisporre dei programmi obbligatori sull’educazione alla sicurezza stradale.
Sull’altra metà, il rimanente 50%, non vi è nessun obbligo né indicazione nel Codice.
Fondi delle multe in comuni, province e Regioni
Anche in questo caso un procedimento molto chiaro e molto vincolante. I fondi incassati per le violazioni del Codice della strada sono vincolati per una quota importante, ma per la rimanente anche gli Enti locali hanno un margine discrezionale. Ecco dove vanno a finire i soldi delle multe a livello territoriale.
Manutenzione della segnaletica e potenziamento dei controlli
Il 50% si ripartisce in questo modo:
- almeno un 25% di quella quota deve obbligatoriamente essere investito in interventi di sostituzione, potenziamento, ammodernamento, messa a norma e manutenzione della segnaletica stradale di proprietà dell’ente locale;
- e almeno un altro 25% della quota deve essere speso per il potenziamento dei controlli e degli accertamenti delle violazioni, anche attraverso l’acquisto di auto, mezzi ed attrezzature destinati alla Polizia locale.
Miglioramento della sicurezza stradale
Il restante 50% della metà del totale deve essere utilizzato per altre iniziative volte al miglioramento della sicurezza stradale, nello specifico: manutenzione delle strade di proprietà dell’Ente, installazione, ammodernamento, potenziamento, messa a norma e sistemazione del manto stradale, interventi per la sicurezza stradale a tutela dei cittadini più deboli come anziani, bambini, disabili, ecc..
Formazione
L’amministrazione locale deve rispondere realizzando e promuovendo corsi didattici nelle scuole finalizzati all’educazione stradale tenuti dagli organi di Polizia locale, previdenza del personale, interventi per favorire la mobilità ciclistica.
Discrezionalità dell’ente
In questa prima quota del 50% computata sul totale delle multe incassate è prevista la possibilità di spesa per sostenere contratti stagionali o a progetto nel corpo di polizia locale o provinciale etc, o di finanziare dei progetti di potenziamento dei servizi di prevenzione delle violazioni e di controllo della sicurezza stradale, per esempio coprendo la spesa degli straordinari effettuati dai dipendenti.
La normativa consente agli enti locali di decidere come utilizzare il restante 50%, se destinarla ad altre attività o ad altri interventi riguardanti le strade, la viabilità, la sicurezza della mobilità cittadina, oppure di investirli in progetti di diversa natura.