La Russia ha recentemente aggiornato la sua dottrina nucleare, stabilendo una posizione ancora più severa riguardo alla propria difesa, e il recente lancio di missili “targati USA” complica le cose: scopriamo in questo complicato scenario qual è la posizione dell’Italia.
Con un decreto firmato dal Presidente Vladimir Putin, è stato approvato un documento fondamentale che ridefinisce la politica di deterrenza nucleare del Paese. Il testo specifica che, qualora le Forze armate di uno Stato appartenente a un’alleanza militare nemica attacchino la Russia o i suoi alleati, Mosca risponderà trattando l’azione come un’aggressione collettiva, contemplando persino l’uso di armi nucleari.
Qui il documento originale (in lingua russa).
Questa nuova dottrina emerge in un momento di crescente tensione, soprattutto dopo che il presidente statunitense Joe Biden, in una delle sue ultime manovre da titolare attuale della Casa Bianca, ha dato il via libera all’impiego di missili a lungo raggio Atacms da parte dell’Ucraina, una decisione che ha sollevato preoccupazioni in tutto il mondo. Questa autorizzazione ha segnato un cambio di rotta significativo, accogliendo una richiesta che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva avanzato per mesi.
Con il nuovo armamento, le forze ucraine hanno subito attaccato la regione russa di Bryansk, ottenendo un successo sul campo, come riferito da fonti militari locali.
I missili “USA” sulla Russia e la possibile escalation: la posizione dell’Italia
Nel dibattito internazionale, l’Italia ha mantenuto una posizione chiara. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito che l’appoggio italiano all’Ucraina rimane saldo, ma che l’uso delle armi fornite da Roma deve limitarsi al territorio ucraino.
“Siamo al fianco dell’Ucraina – ha dichiarato Tajani – ma continueremo a promuovere anche un dialogo di pace.” Ha inoltre proposto una conferenza di pace allargata a potenze globali come Cina, India e Brasile, auspicando che Pechino possa assumere un ruolo di mediazione.
Il ministro ha poi espresso preoccupazione per la recente presenza di soldati nordcoreani a supporto delle forze russe, considerandola un segnale allarmante che contribuisce all’escalation della guerra.
Quali rischi per l’Europa?
La possibilità che la Russia risponda a un attacco con armi nucleari ha scatenato forti preoccupazioni nelle capitali europee. L’approvazione della dottrina nucleare arriva in un momento critico, e l’impiego dei missili Atacms da parte ucraina potrebbe inasprire il conflitto su scala globale. In uno scenario estremo, un’escalation nucleare metterebbe a rischio non solo la Russia e l’Ucraina, ma l’intera sicurezza europea.
Per quanto riguarda l’Italia, pur non essendo direttamente coinvolta nelle operazioni oltreconfine, la posizione geografica e il suo impegno politico nel sostegno all’Ucraina non la esentano da potenziali ripercussioni. La diplomazia italiana, dunque, resta attiva nel tentativo di scongiurare un conflitto esteso, promuovendo il dialogo e la cooperazione internazionale.
Un equilibrio instabile e l’appello alla mediazione
Mentre la situazione evolve, molti osservatori internazionali sottolineano l’importanza di mantenere un equilibrio delicato tra il sostegno all’Ucraina e il rischio di un confronto nucleare. La comunità internazionale guarda a potenze come la Cina, considerate fondamentali per influenzare la posizione di Mosca e per sostenere una risoluzione pacifica. La tensione rimane alta, e l’Europa, Italia compresa, attende sviluppi con l’auspicio che i tentativi di mediazione possano evitare ulteriori escalation.