Ecco quali sono le regole per i controlli da effettuare sulle Comunità Energetiche Rinnovabili secondo quanto emerso da alcune prouncie dela Corte dei Conti.


Le comunità energetiche rappresentano un’opportunità significativa per un futuro sostenibile, offrendo a cittadini e imprese la possibilità di produrre e condividere energia rinnovabile. Queste realtà sono promosse nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per incentivare la produzione locale di energia verde, con vantaggi che spaziano dall’ambiente all’economia e al benessere sociale. Tuttavia, il percorso per renderle pienamente efficienti e trasparenti non è privo di sfide, come evidenziato dalla Corte dei conti.

Il ruolo della Corte dei Conti nel monitoraggio delle Comunità Energetiche Rinnovabili

Con diverse deliberazioni, in particolare la delibera 202/2024 della Sezione per la Lombardia e la delibera 77/2023 della Sezione per la Toscana, la Corte dei conti ha messo in luce la necessità di un controllo rigoroso per assicurare che le comunità energetiche rispettino criteri di trasparenza e sostenibilità. La Corte ha evidenziato che alcune forme organizzative, come quella delle società consortili, potrebbero risultare non adeguate a garantire una partecipazione aperta e inclusiva, condizione essenziale per il successo delle comunità energetiche. Questo tipo di struttura, infatti, rischia di limitare la partecipazione e l’accesso alla gestione condivisa delle risorse energetiche.

La Corte ha anche sottolineato l’importanza di verificare costantemente l’efficienza e la sostenibilità delle comunità energetiche, in particolare nell’utilizzo dei fondi pubblici destinati al loro sviluppo. Secondo le analisi della magistratura contabile, una gestione corretta e sostenibile delle risorse pubbliche è fondamentale per evitare sprechi e garantire un uso efficace del denaro investito.

Normativa e controlli: l’articolo 5 del T.U.S.P.

Un punto centrale della regolamentazione riguarda l’articolo 5 del Testo Unico sulle Società Pubbliche (T.U.S.P.), che definisce le linee guida per l’utilizzo delle partecipazioni pubbliche in società. Tale articolo, recentemente aggiornato, impone all’amministrazione pubblica un onere motivazionale dettagliato ogni volta che decide di costituire una nuova società o di acquisire partecipazioni in società già esistenti. La norma richiede che la decisione sia motivata in termini di necessità per il raggiungimento di obiettivi istituzionali, sostenibilità economica e rispetto dei principi di efficienza ed efficacia amministrativa.

La Corte dei conti svolge un controllo su queste decisioni, per accertarsi che i provvedimenti adottati rispettino il quadro normativo nazionale ed europeo, compreso il divieto di concessione di aiuti di Stato illegittimi alle imprese. Secondo la Corte, l’onere motivazionale non può essere assolto con affermazioni generiche: è necessaria una motivazione analitica che dimostri in modo chiaro il percorso logico seguito dall’amministrazione nella scelta.

L’intervento della Corte dei Conti sulle partecipazioni pubbliche

Il ruolo della Corte è stato ulteriormente chiarito dalle sezioni riunite della Corte dei conti, che hanno evidenziato come il controllo sia mirato a valutare i presupposti giuridici ed economici delle scelte pubbliche prima che queste siano messe in pratica. Questo tipo di controllo preventivo mira a evitare che l’intervento pubblico in ambito societario distorca il mercato e comprometta la concorrenza, generando un impatto negativo sui bilanci pubblici e sul meccanismo concorrenziale.

La Corte costituzionale, in diverse sentenze, ha ribadito la finalità di questa regolamentazione, che si inserisce nel più ampio obiettivo di razionalizzare la spesa pubblica e promuovere l’efficienza amministrativa. Si cerca di limitare il numero di partecipazioni pubbliche non strettamente necessarie e di ottimizzare quelle già esistenti.

Verso una gestione sostenibile e trasparente

L’approccio della Corte dei conti rappresenta una guida fondamentale per garantire che le comunità energetiche e le partecipazioni pubbliche in generale rispondano a criteri di sostenibilità, efficienza e trasparenza. Il percorso intrapreso punta non solo a sostenere lo sviluppo delle energie rinnovabili, ma anche a costruire un sistema di gestione che possa essere d’esempio per altre iniziative pubbliche, migliorando la fiducia dei cittadini nei progetti finanziati dallo Stato e assicurando che gli obiettivi di sviluppo sostenibile siano perseguiti nel rispetto delle normative vigenti.

La verifica della sostenibilità finanziaria e dell’efficienza economica delle iniziative è, dunque, un passo fondamentale per consolidare le comunità energetiche come modello virtuoso per il futuro.